LIBRO DV ODEGIMO. 247 proponimento. Affrontaronfi anch’efíi difperatamente alia pugna,, e con cuor’intrepido cercaron di íupplire alle forze inferiori. _ Fu lun- s¡ .macca. go il micelio,fù indifferente per molto;ma finalmente la continua (Ira- »«gii ejer' ge hauea già cominciato col progreilo del tempo, e delle perdite.,t“'' troppo notabilmente à diminuire il numero minore in euidente trabocco de’ Veneti, quando portò la forte, che giungere in quel punto foura r Armata Pietro Ciurano, efpeditouiProueditore. Sentito fatta cco, e il pericolo, configli© col Canale di non douer'epèrui arriuato indarno. Sbarcò à terra con tutta la gente, che, lènza difettarne le Galee, fugli conceduto feco à condurre ; e corfo ad inueflir per fianco i ne- :Molti acci. mici, tanto vrtolli, che vna metamorfofifanguinofà, variando l’afpet- dp™^anf!U to al conflitto, cangiaua horamai la vittoria. Nel tempo fleifo forarono dalla Città i Zaratini con tutta intera la guarnigion militare, ed entro alla battaglia tramifchiatifi anch eili,feron di nuouo ripigliar grand’ animo à gli Vngheri ; fi accrebbe in tutti l’odio, e lo (degno, e ritornò à variarne l’euento. Combattei!! ancora trà la fperanza, e il timore, finche vna volta non più vagola fortuna. CefTe, tolfe il nemico da vero la carica ; Gli furono dietro i noflri arrabbiati 5 Ne feron cadere fotto il ^ filo dell’armi gran parte; Altra ne prefèro, altra non poteron giungerò; vcmu. E il Rè Lodouico, fiordi to da sì graue, e non penfàto colpo, non Téppe far’altro,, che ricondurli al fuo Regno. Scacciatolo; eipurgata d’ogni oilacolo la Campagna ; e rimefse i Capi Veneti le militie da’rileuati iconcerti, deliberarono con vnita opinione di circonuallar’, &aflàlir di nuouo Zara per mare, e per terra. Qui einpiutofi di vn fingolar’infi- ^inomto r nito contento il Senato, deliberò prouigioni à tutte le parti. Fè volar’ aPed‘° a all’Armata otto Galee di rinforzo. Per torre à gli aifediati qualunque, Zara' confidenza d’appoggio, efpedì Antonio Dandolo al Patriarca d’Aqui-leia, e Nicolò Duodo al Conte di Goritia, chanco poterono con le lor „ . j-,. r . i-i ri\ • n i • • Vnione col diligenze vna lincerà vmone conchiudere; e mando in bchiauoma_ TatriarctUi Marco Moro, e Marin Pafqualigo ; e in Iilria Filippo Orio, Marco Bra-d gadino, Rainiero Moflo, e Leonardo Contarmi, tutti forniti di buonfj i Goritia. militie à cauallo, & à piedi. Così difpoftefi le anguilie di Zara, e già 2^/' principiatoli a flringerla,fi auuide allhor’eifa, ch’altro fcampo non vera Scbiauonia più all’eccidio vicino, che la fola Veneta, tante altre volte negli eflremi e ncLWria: 1 . ... r , ,, . .. r? Zaratmi s precipitij,iperimentata clemenza.. btando nondimeno coloro, quan- offerì/cono to federati altretanto dubbiofi, che, rendendoli dafèmedefimi, non-incontraifero,per auuentura, la folita bontà, fìipplicarono il Duca d’Au- m&go del vvr j•1rerche compiaceifeinterporli, e tentarne l’ottauo perdono c • j-r Prencipe ; Mandò vn’Ambaiciatore à Venetia con of- ¿4mbafcia- ,99 V i11-03 Premura, e benché foife molto difficile 1’càndido, pur gli il nipoiè in dolce maniera ; fi acconfènd d’vdire, & vdironfi gli Am- uà. bafciaton de Zaratini ; eili à piè del Throno proilratiii à diicretiono, fciaf™b¿\ confeifarono il fallo ; fù foro indulgentemente rimeiTo ; e cosi Zara, do-ratini. poanni