24* DE FATTI VENETI. - fupremì. Propitio molto fi dimoilrò l’afpetto delle cofe ne’ primi fuc-ceffi. Hebbe fortuna il Canale di torre illefo, fuori del Cartello di Zara, e preièruar dal pericolo, Marco Cornalo, che in qualità di Conto, già ne’ primi concitamenti vi s era falliate. Prefe dapoi alcuni Va-kelli fin entro del Porto 5 e pattato à Pago, eipugnò con poca fatica, queirifola II Giuftiniano per via di terra feruidamente attorniò la Cit-l'cferdto v tà,. s>anargò i qualch’altra Im prefi, e s’impadronì del Cartel di Damia-ftenlila. no. Così trouauaiì aifediata Zara, e quìiommamente premendo il n-mian°. hauerla, nè rallentandoli gli sforzi potàbili, vi fi efpedirono inProue-ifpeditionc ditori con aggiunte militie, Andrea Morofini, e Simon Dandolo, d'aitrinap- fratej|0 del Doge j Giouanni Michele vi andò in carica di Pagadore, & preferitati • acj ? aj Canal’, e Giuftiniano » primi Comandanti, fi conferì l’au- toritàdeJpicnoSenatoàvotar del meglio, fecondo i biiògni. Ora-qu erti, iùbito giunti all’ Armata, congregarono con gli altri due, e icandagliata infieme la cortitution delle cole, concordaron tutti,. che differire non fi doueife vn general’aifalto, e per la fperanza, celeremen- • te operando, di euento felice, e per la voce corfa d’vn Vnghero eferci-to torto in iòccorfo delPaifediata Città. Fermato il parere, fi concerà tarono i modi al mouimento in mar’, e in terra. Il Canale s’auuicinò co’ fuoi legni alla parte marittima ne’ fianchi efporti> appoggiò iòura. le muraglie i Ponti per tranfitarne ifoldati, e brauamente auanzollialP ¿a»“0 attacco. Il Giuftiniano, con Peièrcito, ilrinièpur’egli a’iùoilati.; vi alzò le failei vrtouui con le machine, e vi icoppiò varietà d’inftro-menti offènfiui. Molti ailàlti furon dati, ma in neffùno la pertinace cortanza de’difeniòri /marnili punto,- anzi sforzò i noftri à più ¡¡¡ra??f? fùantaggi iòccombere. Ora men tre, che iànguinoiè,e vane riuiciuanò . ^ yenete ¡nfìftenze, il Rè Lodouico, fèntendo ftringente ilbifogno di ^ ^ Zara, affrettò gli ammaramenti, e compoftovn’eièrcito diventi mila L’eferciti' ° foldati, fecelo à quella volta marciar’à volo. Alla voce ièntita fù prefto ^ibero. il noftio, di gran lunga inferiore, à sloggiar dall’aiTedio » e à trincerarli in gono dMi'vn ^ alquanto eleuato. Vi iopragiuniè il nemico 3 trouò liberaZara> *ffedio. trouò adempiuto in quella parte l’oggetto, ma non baftogli. Dallas ritirata del Campo argomentatane gran debolezza , pensò preua-leriènc, e fenza punto iòipender’il paifo, andò per attaccarlo-, dou’eriL. Eran certo difuguali quegli eferciti alla fronte 51’vno per gli confumi, e và il i{c vn per le mortalità (offerite, disfatto in gran parte, anco d’animo 5 el’altro tmÌoil «Stocco,fuperiof, e fiero. Non pretendeano iVeneti, che di con-fono. ièruarfi nel pofto,- di protrahere il tempo, edivincer, piùche conl’ar-mi, co di/àgi, e con la fame, in vno iterile paeiè, il numeroio auuer-iàrio.. Non pero furon baftanti a intimorir’, e rattener’il Rè, nè il vantaggio del fito, nè quello degli alzati ripari. Entrò negli fteccati furio-iòj Inueftì tutto à vn tempo le munitiom, eiiòldaticonalto ftrepito darmi, e di {Inda > e coftriniè d’alterarin fretta il primo lorodiuifàto propo-