LIBRO VINTESIMO. 4T3 Opiccinino Alciato, allhora inGenoua, di redimire la fila Patria in li-berta. Ora preueduto da’ Gcnoueiì nel Duca vn fornimento vendicamo terribile, cangiarono in quella cftrema occafione 1 anetto lempre nemico à quefta Republica, e violentando nel biiogno la itefla natura, qui ricorfèro per colleganza, & aiuto. Addolcirono i 1 adì 1 qualunque incorre per amarezza; li accollerò volentieri nell'alleanza collimane ; e foccorfi di ouà e fatti (occorrere da’ Fiorentini dìlà, vani riuicirono molti sforzi vacco$iie, f difende • contra quelli dal Piccinino attentati. ^ Rotta di quefta maniera la pace, comando il Senato al Marcnelo sforaton Gonzaga,fuo Generale, che paffar nel Milanele douelfècon cinque-mila Fanti, e fette mila Caualli ; e Francefco Sforza, Conhiloniero di r ^ 2 5 Santa Chicfà,fi riuolfè nella Romagna fèguicaro da’fuoi. Succedette a E Fràctfco coiluipiù incontri felici. Trouò colà con molta militia il figlio del Piccinino in procinto di andar a congiungerfi à Nicolò Stella, che,tat- e ¡noi fatti. to potente in Tofcana, perfèguitaua il Pontefice, e riufeiglidi of tar- lo . Combattè pofcialo ffcefio Stella vicino à Camerino; lo disfece,! vc-cife; liberò il Papa da quelFhuomo infetto, e fù cagione , che tutte lo Terre, già tolte dalleftinto alla Chiefa, vi fi humiliaflero, corti Bolosna& anco Bologna, con rafÌenfò etiandio de'Caneduli. Volle di più 11 altre tene Ciclo, in quella congiuntura,che,non fòlo nelTarmi,ma nell'animc an- ^£7*. coraj’Apoftolica fede felicitaflè;fèguedo l’vnione delle due Chiefè, Gre ~ Vnionc dcl-ca,e Latina,in vn Concilio iolenncmente conuocato, prima in Bafilea, £ poià Ferrara* c finalmente trafportato per la Pefte à Fiorenza ; e di ciò Latina. n’hebbe ancora gran merito la noflraRcpublica.Madò,fc ben’immerfa tra tanti bifogni, in Coflantinopoli foi Galee fottola icorta di Antonio la Rgpubli- Condulmero, Nipote del Papa,chc vi cQnduiTero tré (oggetti di qualità, “* cfpeditiui dallo fletto Concilio;Quiui leuaron'ettcGiouanni Paleologo, (ùcceduto Imperatore al Padre Aleffio ; il Patriarca ; molti Prelati ; alcuni Ambafciatori dell’Imperator di Trabifonda,& altri Prencipi di Grecia^ d’Afia ; A quefti Liai arriuati andò il Doge nella Nane Bucintoro ad accoglierli ; e trattatili per cinque giorni a venetia con pompa regale, ed accompagnati dapoi da quattio Gentilhuomini, Paolo Vallerò,Maffeo SoranzOvAgoftin Coppo,e Mauro Sannuto fino à Loredo» pattarono à Ferrara,e d’indi à Fiorenza, doue auuenne Tvnione poi delle due Chiefe già detta. Trauagliaua in tanto la guerra, in Lombardia I437 fpccialmcnte, dou’era già pattato il Gonzaga con Tefèrcito di quefta Patria, e doue teneala fùa fède, e la fùa forza più formidabile il Duca ✓ Bramò il Gouerno,che non tanto altroue premendo i bifogni, Francefco Sforza, che sera già condotto in Tofcana,fi togliefTe con la iua, gente, di là, e ricaualcato TApcnnino, tragittatte il Pò, e veniflè a con-giungerfi all armi Vcnctc, per entrar’vnitamente nel Milanese • ,Lcci- sforma non citato à farlo ; & ei ricusatolo fènza vederfène la’cagione, e già caduta la obbediente. fperanza di più pervaderlo, pretefe il Gonzaga, che folle horamai Totio