LIBRO VNDECIMO. Andrea Dandolo, marciò nel Trinigiano. Ditteio Feíercito in quello ^ ^ ^ ipatioiè Campagne, e deuaftato il Paeiè, s'andò diiponendo à forpren- Triuigiano. dere, iè potea, la Città, e girouuifì d’intorno per qualche giornata: ma non {coperto inditio di buona riuicita, incaminoifi verio la. Brenta, e s’inoltrò fin fotto à Padoua, in cui ftauan già ridotti, e con- Tajja nei uocati, perpeniàr’a’lor cafi, Mattino, & Alberto fratelli. Voku2uTadmn0' Pietro venir al cimento, e ftuzzicaua coloro ad vicire con molti danni, & oltraggi 5 Alla fine non vedutone fcgno, nè potendo aifalirli così bene in Città, troppo guernita, come iòfpiraua di farlo in aperto Campo, calò veriò Pioue, che, terra picciola, e impotente, per ogni riipetto, à TredeTio-difenderfi, gli fi arrefe alla prima comparià. Scorie, occupatala, tutto ue' il contorno, dalla cui fertilità tratte de’ viueri affai, e fè ne andò à Bouo- và à bouo-lenta »luogo nel mezzo del Territorio molto commodo per facilitar’àlenU’ iè fletto, e difficol tara’ nemici le prouigioni. Colà fatt’alto, gli iòpra-uenne qualche militia Fiorentina, & altra da Venetia 5 e ipiegataui vna generale raffegna, etrouatoafcendente l’efercitoàièi mila fanti, eà tré mila Caualli, di veterana eiperienza, portò a’ Padri gli auuifi di tut- nmevodei to,ebramòd’hauer’ilfenfo, doue prima doueffe, col Publico com-^0^enU0 piacimento, dirizzarli, & operare da vero. Parue al Senato di far pre- r cedere ad ogn’altro attentato l’inuafione contra ilForte, e Battioni, a^H°Cu fabricati dagli Scaligeri, vicino à Chioggia 5 quelli, c’haueano già dato ¡fello ‘vici. l’impulio maggiore alla guerra, e più che manteneuanfi in piedi, più n°f chio¿' accuiàuanocU viltà chi patientaua lanciameli. Già ftando allettitene’gul’ Canali molte Galee, fi moffe per Tacque Marco Loredano, direttor ^rniata principale, e per terra di concerto marciò leièrcito. Era il Forte benu.^ prefidiatodifòldatefca, e ben guardato da Cartellano di coraggiofiL, JjwtfaficQ efperienza. Cottili anco vi fi di fefe alcun tempo, e ributtò valorofò aterrein più affai ti 5 ma rimafto in vno ferito, ed eftinto, fi atterrirono gli altri alla perdita 5 fi arefèro à patti ; e così preio il mareretto Caftello, retta- cu 10110 per ordine Publico, edeffo, e i Battioni immediatamente fpian- Cafidio. tati. Dopo quettofatto non ftimaronfi piùtanto gli Scaligeri. Noil più fi trouò cni prendeffe da’ loro cenni la legge. Già publicata la guerra , e già principiatofi à batterli, molti altri Prencipi bramaron ancn’efli aiow di entrar nella lega ;E ne fecero capitar a Venetia le inttanze, Azzo fi- Zumano di glio di Galeazzo Viiconti, già entrato Signor di Milano, Obizzo Se- collegar fico condo, Marcheiè d’Efte, dopo la ceffione fatta della República, rimef J"Scal,gc' 10 in Ferrara, Luigi Gonzaga, Marcheiè di Mantona, Giouanni, Rè di se'fiàtaAm Boemia, & altri ancora. Tolto da Fiorenza laceonientimento d’vdirli ’ Venetia. fi trouarono qui ad vn iòlo tempo ièffanta Ambafciatori, per maturar' 1337 in conuocate ieifioni gli accordi • Tràquefte medefime negotiationi conegUam due ragliagli peruen nero graditi molto» Il primo, che Conegliano ì\0rtfoggeu 11 fecondo, che i Signori dìCollalto, Conti di San Saluatore, fi foffero tanfi \iu con ifpontaneadeditionefoggettati al Dominio. Mattino, & Alber-1{tpu llca' Gg toin