74* DE FATTI VENETI. alcuno di quella gente ; Venne con ragione à dubitarli, che ne faceffe M inflan-à motiuo del Zio quella maíía, per fpingerlainfauorede’Fiorentini. w dei zio Altro indicio vi fi aggiunte di più. Prepofe Lodouico negli ftefli gior- lo omco, Qeneraje delparmi fue il Marchefè di Mantoua, hauendolo poco dianzi la República licentiato, per qualche indicio non buono, e no coprì la condotta iòtto il nomedi Celare Maximiliano. Da quello tante iniidie volendo guardartene il Senato, comandò à Rauenna.. dciuig'oni alcun* Condottieri 5 Commite à Vincenzo di Naldo da Faenza di molte.^pli' to credito trà quei contorni, che ammaiTailè mille fanti da'Monti vicini; Ordinò ad Antonio degPOrdelaffi da Forlì, il cui Padre, già Signore di quella Città, era flato quìà Venetia lungamente, e fignoril-mente trattato, che s introduceife pur m Rauenna 5 e fi fè intendere à Ferdinando, figlio d'Èrcole Duca di Ferrara, già flipendiatofi, al Conte di Pitigliano General dell’ eièrcito, & a’Conti Gioanni della Riua, e Bernardino da Montona, che doueffero marciar, fenza indugio à co-ileggiarle ripe dell'Oglio. Grandi, e grandementediftùfe le perfecu-tioni contro all odiata República, benchepiùnon richiedeiTero, che tutto il rigore, prima nondimeno di efercitatlo, volle vfar tutte le più dolci maniere, per poter giuilificarfi in qualunque euento. Chiamò nel Collegio gli Ambafciatori de Prencipi Collegati, eipecialmento Dog^P di Lodouico, e dal Doge Barbarigo, vien detto, che lor tofTc feria-jimbafcu- mente rinfrescata la memoria. E fi ere originata la guerra di Pifa ^riJfc^r da eccitamento commune de'lor Signori-, e principalmente di lui far di chi a Lodouico. Ch’egli, benche obhgato con gli altri a difendere quella r/r*!ato- Città, hauejfe nel mezzo a’maggior 1 difbendi], e pencoli ritirate lontà. le genti fue, e lafciata [otto ilpefo intero la fola República. Sopra-uenute poi nel colmo degli ardori nuouefiamme dalla Francia, per cui egli inuitò l'Imperator Mafsimiliano in Italiai pur hauer la República, più che per altri, per e fio, come più minacciato d’ogri altro, acconfentito, cheCefarevenifie 5 obligatafi à dargli gran fumma di danaro, in effetto esborfatagli, e più da fe fola la República contribuitomi che Milano, e tutti gli altri infierne. Ma chehabbiaella fatto, chefaccia, e fiaper far tutto in difefa di tutti j e che all’incontro abbandonata non filo, ma circondata da infidie fi'vegga*, Che Lodouico nulla mantenga del promefio a* Pifante Ctì anzi tenti di far fi loro vicino in qualità di nemico à forprendere le più gelofe Città, come Lucca ; Cheprouochi ,■ che afsifii, cheprefii ogni fomento, e configlio àgliauuerfari]5 trottar fi da que fi e forme coflretto il S e nato à far intender chiaro pre-cifamente à lui, che debba efprimerfidella fua vera intentione di amico, ouer di nemico, per doueruifi macgiormenee vnire, ò accuratamenteguardarfene. Scrifse à Lodouico il £10 Ambafciatore quei liberi fenfi, ed ei più ièmpre iòprafino ingannatore, benche rintuzza-