<588 DE’ FATTI VENETI. Imcirmj ^ folfero in vn tempo, più in modo fuggitiuo, che di marchiata ; la-no. feiaron, viaggiando, vilmente à dietro otto pezzi di grotto Cannone^, pua. * Ca~ c ricoueraronfi in Capila, iterandola Ferdinando al fuo nome dinota, il uè pren- capace à difenderlo, ed opportuna per prouedere all’occorrenze di Na-mm. ‘Ger P0h’ e di Gaeta. Poco sera Feiercito allontanato da San Germanofile £ ¡eguitiLi vi giunle Carlo, nè trouataui refiftenza,facilmente occupollo, e iègui-Terdmando tò p0| Ferdinando, il quale, fc non gli forti di arrinare,fi difufè altretan-to d’intorno con vaili incendi)'. Peruenuto l’afflitto fuggitiuo,ed allog- 4 giato appena in Capua con l’efercito diminuito molto,trouò quiui,che per mutatione di ttanza,non fi muta il tenor delle ilelle.Gli fè intéder’il Zio Federigo da Napoli,che alla voce capitata della perdita di S.Germa-no,s’era folleuato il Popolo,fènza più fperaza di raffrenarlo, s’egli pretto s0ueUato il non v’accorrea.Non più in flato l’infelice di rifoluerfi à vn biiògno,e di popolo in» penfàr’anco àgli altri, lafciò alla cura di quella Città Giouan Giacomo Ferdinando Triuultio, e promettendoli di ritorno il giornofeguente,partì verfo yi accorre. Napoli,quafi che à guifà di vn fèmplice poftiglione. Poco sera di là di-2?°£X: fcoftato,che fi vide a inforger’in Capua gran nouità. Pafsò il T riuultio, tio offerì/ce nè fe ne feppe fpinto da che, co’l mezzo di vn’Araldo, à Carlo, e gli eshi-carilo.alP^ bì la Città, pur che fi contentaffe à patti honefti riceuerla. Si putìicò in-S; foiieutt il continente trà fòldati la voce,e mentre il Rè ftaua per accettarne l’eshi-ÌS^ofteffÌ bitione, fòlleuaronfi da fe flelfi coloro j Saccheggiarono gli alloggiale il uè lo menti, e i Caualli di Ferdinando ; furon dietro a’di lui partiali fuggiti, riceue. difperfi chi qua, e chi là, e Virginio Orfìno, & il Conte di Pitigliano ritiratili à Nola, trouaronfi fatti prigioni lòtto mentita parola di libertà . Ritornaualo sfortunato Rè Aragonese da Napoli, douehauea procurato in momenti di fopir’in qualche parte quelle principiate tumul-Storna tuationi 5 ma non molto da Capua lontano, auuertito delle auuenuto ¿'xqolf.0 difgratie, e consigliato da’ buoni, à non gittaruifi dentro, di più non fèppe, cheobbedir’allafòrte, òca’ilioiVattalli. Siriuolfe di nuouoà Napoli, accompagnato da foli pochi Tedelchi, che da’ rumori di Capua difordinatamente foggiano, e la fletta Città di Napoli, fiata Tempre la prima del Regno, diuenneTvltimo rifugio fùo 5 Ma nè meno napoli di quello titolo ei potè darle trà le fue tante feiagure. Corfa la voce della nitouo jol- ribellione di Capua, mentre ancor Napoli mormoreggiaua della già icMtofi. eleuata procella, non interamente acquetata, s’era volto come vn-mare nuovamente irritato da vn nuouo turbine àvnnuouo fùfeita-mento più torbido, e più fremente del primo. Vi entrò nondimeno il mifero Prencipe, qual conuien gittarli à punto in mare, chi disperato di iàluarfi in terra da gran pericolo, in ogni modo vi fi arrischia, & T'rdìnando andòà dirittura in Cartel Nuouo, lòlito albergo de’Rè, àricourarfi-rlàpmr0. Quiui procurò nella Publica Piazza, con lagnmofe preghiere a’ Ba-mouo^d ron* ’ pieno del Popolo concorfò, di commuouere verfo di fc vna giuila pietà , efprimendo in iòftanza così. Son pur’io , fiete