LIBRO QVINTO. 8? ìmr. atotratt amento. Impietofironoi Padri al cafo d’Emanuele,- de-liberarono coniòlarne le preghiere 5 affrettarono Tappredamento di faMr'icf grande armata, e il Doge Polani, fattofene Capo, ed àccrefciutala con Greco. alcune richiamate Galee,(correnti allhora i mari,daccoiIì con vn corpo di (èiìanta pedonalmente da lidi. Conuenne, appena partito, approdar a Caorle, fouraprefo da qualche accezione di febre, che di giorno in giorno gli iì aumentò , e gli tolie lafperanza dipiùoltreauanzarfi, iènon con prolungata dimora. Alla fine più tormentato dal ritardo, che dal male medefimo, forza fu, che ritornaffe alTapplicatione de ri- DQge ToU_ medi), e fi eleiTerofouraTarmatadueProueditori, Rainiero il figlio, ni "indifpo-eGiouanni il fratello, in fu a vece. S’auuiaron’eifi àlTlfòla di Corfu ^ Troue_ per primo attentato, già che per fito, e per fortezza importante, s era ditori forno. modo Ruggiero ancor ad occuparla per prima. Fecero teda gli affali- 111 ti per quaicne giorno, e reiillcrono à gli attacchi frequenti : Ma hora “ Attaccano mai diminuiti di numero perle frequenti fattioni,ceifero alFvltimoj laiciarono a’vincitori l’adito aperto, e redo llfola con ianguinofa eipu- prefa. gnatione ricuperata dalla Republica, e al Greco Imperatore generofa-mente redimita. Emanuele in tanto, pur procurando anch’egli di u 1 ritrarre in altra parte dal combattuto Codantinopoli la piena dell’ armi nemiche, fiera portato con efercito terredre fino à Butintrò, e vi fi tratteneua, battendolo. Ruggiero, aifalito in queda forma., da due parti 5 dalla Republica in mare con poderoiò armamento,- e> dalllmperator in terra con eièrcito non inferiore, diuentò impatien-te à tollerar vn tanto diipregio,- inparticolar dalTarmi Venete, che dopo Corfù, s’eran tratte al mare con gran penfieri. R ichiamò fret- . ri tolofamente Tarmata (ira, e montatoui (òpra, fi preièntò poco lungi chiama var da Corfù à fronte della nodra, in ordinata battaglia fpiegato. A que-da vida ingagliardirono i Proueditori > rifoluti al cimento anch’eifi, ed tj. con Itij, accettaron la pugna di buon'ardire. Si trauagliò 5 s infanguina gran, VcmA-pezzo con vccifioni reciproche; L’onde riceueuano indidintamen-tei trucidati, ed i feriti d’ambe le armate 5 Dentro a* legni, confufii nembi delle freccie inipeifìte, e de’ colpi ruotati, copriuano alTocchio i vantaggiaidanni tràvncaosinterfecatod’infiniti fpettacoli. SueloiTì poi la funeda cortina, e comparire chiara, & elùdente la vittoria à co-ronar’i Veneti di vn nobile trofeo. Caricarono con gran furore i nemici 5 gli (puntarono, gli diflìparono per tutti i lati 5 e lo deifo Rè com-battente in periòna, hebbe à gran fauore il fuggirfene, e in vn porto ttc0[L'lSut de’ iiioi nel Regno di Napoli ricouerarfi. Così Tarmata Veneta, condotta à fine vnimpreia tra le più memorabili annouerata, didrutto , fugato il Rè nemico, e depredategli venti delle piùicelte Galee, ne pur foipeie gli fpiriti, per auanzargli à gloria maggiore. Ritornarono ravmaku i P roueditori à Corfù 5 prouidero Tifò la di buona dife(à, e rimeni, e ■vjttorioja-, riiarciti iNauilij, ialparon dal porto, e à gonfie vele nauigati in Sicilia, "" M depre--