LIBRO VINTESIMOSETTIMO. <5?i di Napoli, Suocero fitto, nemico aperto di noi, e ch’è flato¡ynico injfr omento à condurre il G enero ( D io sa con qual fine ) a ingiuriarci. ConlaRepublicaFiorentina,fenza dubbio,che, noncontenta di fiar pace con lo jlejfioF er din andatane or fi tolfie da noi,per confederar fi con ejfo nel tempo me de fimo, ch’era l’efiercit o noftro in Moicanaàdifenderla. Di Milano, che può fiperarfi? Lodouico Sforza, non tutore, ma raptor e del Duca fuo Nipot eGioan G a-le azzo 5 egli il Duca, e Ducainfefio, doppio di cuore,torbido di penfiert, Genero d'Èrcole, come potrà laficiar per ir'il Suocero,per non contender la nofir a Republica? Che altro Potentato non nemico et rimane in que fi a Prouincia di vaglia ? Il Pontefice per au-uentura? Certo, che, collegato, non clourebbe difigiungerfi¡ma troppo di Ferrara e ge lofio ,ecelo dicono gli efempi de'fiuoi prede cefi fiori,per non dubitar'in que ¡la guerra tale ancor’efifo. Siconfierua-novnite le alleanze fin, che gl'intercfst caminan conformi, e fin che tutti egualmente ne fpenno $ ma fe all’incontro, ciò che all’vn gioua, è per nuocer'all'altro, la difug^gu agl tanza dell’intereffe, fnoda il legame dell’amicitta-, entra ogn’vno à pretendere il pre-tefo fino, e nonvt fono allhoramanipiù pronteà i nfanguinarfiho-fiilmente delle amiche, quando fi slacciano da' vincoli della congiunta fiede. Sempre,che fiegua così, come pur troppo creder doue-mo, eccoci tutta l'Italia rmolta $ Gli altri piccioli Prencipiparci vederli,conforme all’vfo,fiotto l’ombra maggiore a ricorrere. E chi allhora potrà fperar la noflra Republica fola baflante? Chi vi far a di foda opinione,che lo fuppóga,ò l'afipetti.Pofisiamoben vantarci di fup erar di forze divno invnoogn’altro Potentato Italiano, tutti vn iti infierne non già. Se la gratitudine haueff e in quefìe occafio-ni il firn luogo, potrebbe creder fi, cheneffuno ci foffe contrario, tutti in ogni toro bifogno effendo flati benefit iati da noi 5 Ma ne’ G a-binetti de’ Prencipi non fi confieruano regifiri di quefle memorie. Vie il fiologiornaliero, foura cui fi legge ciò, che piùcompetifice di giorno in giorno. T*ut ti <^li efemptj lopraouano¡ ne'ffuno più d’Èrcole d’Efie al prefiente, che debit or del fuo berìejfere contende il noftro. Vediamo ancor noi le ingiurie graui, le forme infio lenti, con cui ci deturpa il decoro, c’infidi a lo [lato. Vediamo, eh’e nota gran-de il ¡offerirlo. S appiamo, che il facile perdono, è vrìattrattiua di °ffefieì Ma quando lavendetta arrifichia molto, e meglio il differir la con fìcurezza , che co’l pericolo fiollecitarla • Se à tempo è fiempre il vendicar fi ,il fi attenda per far lo à tempo; e fie non vi e cofa , che pofifa più f conciar la vendetta della preflezza > e fe ficonciatavna volta, può ridurfi a ftato\poi, quafi cheimpofsHile di più ac conciar fi, per hora fi acconci al pofisibtle la noflra Repub Ite a. Sì confi deri, che chi è battuto dà’ trauagli, non può tra-