698 DE’ FATTI VENETI. cìi fi arri. Subito compariò in quell’acque, corièro tutti j Popoli del Paefe ( tanto »"città!“' è instabile il V olgo ) adinchinarfegli. Sigliarrefe volontaria la Città di Reggio, Terranuoua, ed alcun altre Fortezze. Teneua ancora-, non mai perdute, TIfole d’Ifchia, e di Lipari, membri del Regno, Brindifi, la Martia, e la Turpia,* onde non eran così pochi i iiioi fondamenti, che, dando luogo Carlo d’Italia, non poteffe rifabbricami il dominio. Nulla per ogni modo vi peniàronoi Francefi$ nulla diftor-TardSTo narono deliberato camino. Partì Carlo nel primo giorno di diVIrio0 Maggio verio Roma, e prima di partire folennizzò nella Chiefa Cat-ver/o i\pma tedrale di Napoli le cerimonie lolite de" nuoui Rè, vertendone Tlniè-vmero del gne, & aiTumendone il titolo. Coniìfteua Teièrcito di ducento Gen-fno efenito (jlhuomini della iùa guardia, di ottocento lande, di tré mila Fanti Suizzeri, di mille Francefi , e di mille Guaiconi- Lofeguì con altro cento lancie il Triuultio in viaggio, e Camillo Vitelli fu ordinato in, Tofcana, che doueife ftar’alleitito con ducento, ecinauantliuomini d’armi, per vniruifi. Sentito dal Pontefice il fuifurro della nuoua deliberata comparfa di Carlo in Roma, e che già vi fi andaua auuicinan-do, conuocò i Cardinali nel Conciftoro, e deliberò non attenderlo. a Tontefice Prefidiò aiTai bene Sant’Angelo 5 lafciò il Cardinal di Santa Anaftaita, Sr^f/cf Pcr complimentarlo, & egli vici a’ vent’otto di Maggio da Roma, ieri \am r guitato dal iàcro Collegio, da due mila ioldati à Cauallo, da tré mila, c cinquecento fanti à piedi,* ed in ciò pur’hebbeièco alcun merito la República , hauendogli mandati pochi giorni auanti, oltre allo cariarvi en prime già dette militie, altri cinquecento Caualli. Entrò Carlo io, tra’ Roma il primo di Giugno per Tranfteuere. Prefe l’alloggiamento nel Borgo, ricufatolo in Vaticano, benche per ordine del Papa eshibito-*“gli> e vi fi trattenne tré giorni. Moftrò brama di abboccarli conta Tapa. Beatitudine iùa, e gliele fece intendere àOruieto, dou’era* Manoru che à di fimil parere Aleífandro, eícufoííene, e pafsò à Perugia, con penfie-Terugia nè ro, quand’ancorlà ficuro non foife, dicalar’in Ancona, e d’indià Ve-acconjente. netia. Cadutane al Rè la fperanza di più vederlo, iè ne vici da Roma, Vi e/ce hb¿ e dirizzò il camino per la Caifia . Giunto alla Terra di Toicanel-. la, fi oppoiè alla Vanguardia gran numero di quei Contadini $ per-Tofcanella loche i Francefi fnudarono Tarmi 5 Spugnarono à gran forza il luogo ; da’CòJadmi tagliaronui crudelmente le genti 5 nè di tanto contentandoli, prefero prendono a ancora Montefiafcone, e dierono per tutto il facco. luogo co7Li Nello fteffo tempo, che cominciaron coloro à iniànguinarfi, come afiottlè/ac nemici tra quelle parti Romane, occoriè in quert’altre del Milaieiè ac-co- cidentedinonpocorilieuo. Duca d'Or* Staua in Arti, come fi è detto, il Duca d’Orliens, & era il principal* liens fàgrà oggetto ilio di moleftar Lodouico. S’ingroisò di buona mili.da?ioura-MiUne/e1. giuntagli la Suizzera, e la Franceiè ,• e portagli la mano da quei di Saluz-zo, vfcìd’improuiiòj deuaftò molte Campagne Milanefi a’ confini 5 pafso