714 DE’ FATTI VENETI. dere il Generale ad allettar’i Tuoi con l’inuito dell’interette, Tempre ve-hemente.Diuulgò la permiifione tra le militie,e i remiganti di vn libero Tacco,eTpugnando, così che tutti allhora concorrendo al prometto premio, poggiarono alle muraglie le Tcale, Talironlegagliardi, e combattendo intrepidi, tanti in duehore ne vccifèro, che la ibmmità de' muri redata vuota de Franceii, & empiutafi de’ Veneti, s’inondò fò^rendT Città in vn momento, e iliiicerata in gran parte d’huomini, e d’vtenfi-lij, redò generalmente occupata. Comandò peròpietoiàmente il Grimani, che fi douettero efimer da quel Teuero cailigo le periòne innocenti 5 anzi per maggior carità, che fòdero ad ette vendute le proprie robbe à buon prezzo, e concette,per compenTo de’danni patiti vn’eTen-u'tata aL tion generale de’ pagamenti publici per anni dieci • PerTuaTe la forza. to- la volontà ipontanea di alcuni luoghi vicini ad arrenderli, eTpecial-uitri ino. mente Polignano. QuiuilaiciòilGeneralealgouerno Alettandro da^ gh> fi arren Pefàro 5 & hauendo già Tatto lo fletto di Nicolò Cornal o à Monopoli, Te ne pafsò à Manfredonia, che per le inTolenze Francefi fi era dianzi vi à Man- àFerdinando redimita. Si teneada’nemici per anco ben preludiatala fredoma. Rocca) hauendo difegnato il Grimani afsalirla, tentò prima col dolce ordinario inftituto Tuo, fenzaTangue l’intento. Sene moflraron pronti coloro di dentro, pur che Tolsero riceuuti da lui, non da Federigo, che ancor trouauafi appreiso di fé, da che pafsòàpregarlo per cu fi armi aiuti al Nipote. Così prometèo : così gli s’arrefè la Rocca, ed egli, pri-%cca°r U ma iòftenuta vna intera efècutione del patto, poi conTegnolla con fo-tl confegna disfattione parimenti di quelle genti, e con tutto il luogo à Federigo Federigo? medefimo. Lo flefso Teguì del Cailello di Trani. Pur voleano que’po-come ,anco poli dar fi à lui, e lo dimoiarono con calde preghiere. Gli accolte beni-Trani. °dl gnamente : ma raisegnò poTcia quelle egualmente Totto le loro legittime Infègne. Cercaua in tanto Ferdinando in Napoli di Tuperar a tutto potere i due Cadelli Nuouo, e dell’Ouo, pur’anco Francefi, e molti accidenti, hor proTperi, ed hor auuerfi gli erano auuenuti. Fuggì poi Mompenfieri aaCadelNuouoalPrencipe di Salerno, nemico di Ferdinando implacabile, & allhora quei di dentro, rimadi da Te detti difà-nimati, in mifèria edrema, e battuti furioiàmente, condefcefero ad ar-renderfi, e con l’efèmpio loro conuenne farlo il Cadel delI’Ouo etian-Fcrdinando - Hauutifiquì da’ Padri gli auuifi de’progredì felici della loro Ar-acquiftairu mata, e la ricupera fatta intera da Ferdinàdo di Napoli, rinuouarono le STdS CommiiTioni al Grimani, perche nettun luogo, e Città non douetto °c afte Hi. nè prender, nè riceuer per la Republica : ina in nome il tutto del Tuo ZicUl Gri Egitti1110RÈ. mani di co- Si contenea tra tanto il Pontefice Alettandro ad otteruar quedi Tue-Fcrdhiando cei?ìtK* 1 P10Prij riguardi. Hauea già, dopo partito il Rè Carlo d’Italia, .nati gì'ac. ieritte al Senato ampliifimelodi, ed attribuito ogni merito all’armi 4u#i. fLlc j hauere filidata la Prouincia, e la ChieTa dalla Natione Francefo dia-