796 DF FATTI VENETI. m'be'* *c ^ mandaflo10 potcftà del fao Rè ,- e come il Chriftianiifimo coito™ ac accolfe il Padre j così il Cattolico accolie il figlio ; Così amendue le Corone diuideronfi il Regno di Napoli,- e così fueltii tronchi, edi-iperie per fèmpre leièmenti Reali, finirono li Rè Aragonefi. Non potè dimenola República d’vfar con quei Rè Vittorio^i ciò, che Tempre ¿Sibrinvi fi Praftica in quei cafi da Prencipe à Prencipe. Mandò Domenico Tre-m Francia, uigiano, e Girolamo Donato in Ambafciatori eftraordinarij al Rè Luigi, per congratulará della portion confèguita, Con Ferdinando in_ Spagna fupplì delle medefime officiofità, e appreifo l’vno, e l’altro in-fifte premurosamente contra gl’infedeli, Vennero i felici iucceiTi Francefi à porgerla mano al Pontefice, & al figlio adherenti ne’ loro bramati, & auidi oggetti. Tolfe AlefTandro a’ Colonne!!, e Sauelli tutto ciò, che poííedeano in Terra di Roma $ e Trogrefji di Cefare rapì Piombino à Giacomo d’Appiano, Signore legittimo5 pro-feguìnegliacquiitifenza ritegno, e già per gli Stati ottenuti, per lo forze in Campagna, per li tnefori raccolti, per l’appoggio Francefè, e per l’autorita Pontificia Paterna,potea dirfi, che à fuo capriccio vna. Maritaggio gran parte dell’Italia horamai giraffe. Superò in oltre AleiTandro di dima figlia collocar’in moglie ad Alfonfo, figlio Primogenito di Ercole Duca di Ferrara, Lucretia fila figlia, con gran denaro contante,- e fi compiac-(0 d'E/ic, que la República di far'effer prefènti alle fue Nozze Andrea Fofcolo, e Gabriel Moro, Ambafciatori per nome di lei. Ma non contento il Borgia mai delle continue fue feeleraggini, per aggrandirefefleiTocon le vite, eco’dominij altrui, vna isfogonno contra Guido Vbaldo * Duca d’Vrbino, che pafsò il fègno di qualunque triftitia. AifuntohaueagiàilTitolodi Duca di Romagna, dal cejare Bor- inueftitogli, e gli mancaua, per compir'allopera perfetta, il folo Stato d’Vrbino. Voléalo: ma pauentaua tentarne la forza. Cagione "aderbino a Ilon ne tenea> banche il barbaro coilume filo ciò nulla curado. GlioftaualadeuotionealloroSignorede’Popoli, e l’affètto cordialo suoi timori. della República verfo di quello, per cui temea, ch’ella non fofferiiTo l’importunofpoglio. Si gittòall'inganno. Finfe di voler’aifalir Ca-Bjcercacon merino 5 e vantando con Vrbino vna grande amiflà, lo ricercò con 'bfnodiafr. Ambafciatori, non folo di paffo all’efercito, ma di militie, artiglierie, & altri varijappreftamenti, tuttoà miradi fpogliarlo diforze, e di affannarlo à man falua. Trouò nel Duca la fuppofta prontezza ami-cheuole,- gli conceife lo tranfito, e lo accommodò, e lo fòuuenno dtmoCcde d ogn’altra cofa richiedaEntrato il Borgia con le fue genti tra quei confini,sfoderòallhoral’inganno. Cominciòàmalmenar’, e adoc-cupar’hoflilmente il Paefe, & afpirandoà imprigionar’il Duca fteP te l’ìnuade. fo, fù prefto con tutte Tarmi ad Vrbino. Permiiè Dio, cuftode degl’ È f u innocenti traditi, che Guido à tempofàputolo, fiveftiife con habito Duca. e> di Contadino, etoltofidi via, con gran miracolo vi s’inuolaife. Prima