litor., habbiaThonore almeno dellefercitio del debito. Se fi è compiaciuta la generofa Patria, dopo à tante grane, figillarmi gli vltimi giorni col fregio del Tuo Patri-tio Carattere, mentre non ftà il concepire, che à Dio, fia degno di fcuià, fe a chi ha potuto riconcepirmi, hu-milio proftratta l’anima. Finalmente s ha parlo al Cielo di non concedermi pofterità, 1è non in fello di fagrifi-ciò priuato, mi fia permeilo, già che più i figli non ponilo tener viua la memoria degl’ immortali doueri miei con rinouati holocaufti, che à quel iàngue, che dalle vifcere difendenti mi manca, fupplifcacon quello, che reftami ancor a diftillar dalla fronte. Così ardifco, Se-renifiima Nobiltà, di confècrarui à piedi quefta imperfetta fatica, Quando mio folle il Voto, lo fupplicarei efcufato, e difeio da quel foggio antico Legislatore, che nonpermiiedofferirli à Dei, che poueri doni, perche anco i Poueri offerir ne poteilèro. Quefto è grande, poiché comprende la voftra Grandezza, e non efiendo Voto appefo all’Altare, ma ben egli ls Altare medefimo, degnandofiin me difender fe fteflò , fia iua la Gloria, l’adoratione fia mia,