LIBRO VINTESIMOSETTIMO. ¿41 tanto di non piegare. Alfonfo allo ipauento sforzò Pardire. Corio in periona doue più icoprinne il bifogno, e rattenne, per alcuno fpa-tio, dal precipito le iquadre difordinate, e {conciate horamai. Di più Sconfitti. non fù permeilo airhumanità. Contienile à lui, conuenne a’ fuoiliu riuolta, e la fuga 5 fuggì con pochi Caualli 5 Pvccifione, la {confitta fù grande 5 il numero de" prigioni non poco, ed altretanta la gloria del valor Veneto, che non affittito, che da poche militie della Chieià, ricu-perolla, puòdirii. Il General Malatefta direttor principale di sì bel fatto, riordinò l’eièrcito,e proueduto à gli egri, e a’feriti, fe ne andò à Roma, e vi andò con rinuouata memoria degli vii antichi trionfali à iòl-leuar la Città, con iòlar’il Pontefice, & ad aggiunger’alla Republica* vn’altrapriiouadiuota verfo la Cattolica Sede. Parue allhora à Dio, che non più poteife il Mondo retribuir’il merito di quel grand’huo-mo. Volle farlo egli fteiTo chiamandolo àie; e ben deue crederfi più torto queita la vera cagione della morte fua, ch’altra dubbia diuulgata- re. fi in quel tempo, ò per vencno, ò per patimento d'animo, e di corpo nel fiero conflitto. Egli al certo figillò la vita col grande applaufoj fe ne legge ancor’adeffo in Roma la memoria celebre in caratteri di lodi Ìourailfuo ricco ièpolcro {colpita,-e parue, che la morte nel giorno ileiTo, eh egli mancò,ambiiTe di far veder’il iùo potere infinito contri due foggetti infigni,- recidendo la vita in Ferrara anco al Duca d’V rbi- \**aVvr-no, già portatoui dalla Stellata indiipoito. Trài piccioli Prencipi, bino. che adheriuano alla noitra parte, fc lera aggiunto Pietro Maria della . famiglia de’Roffi, Signor di parma. Egli con queile, e con le forze r!ld°i proprie inquietarla bene fpeiÌò lo Stato Sforzeico, e iè ne compiacea la siznor lU. Republica, per tener diuertito in qualche parte Lodouico dal ioccor- toaTcncu. rer’Ercole. Coftui iène annoiò finalmente, e volendo reprimerne l’arditezza, mandò nel Parmigiano à tal’efietto più iquadre. Pietro Maria gli fi pofe innanti : ma troppo inferiore à refifìerui, venne dagli Sforzefchi con iòrtimento infelice abbattuto; gli furon tolte le Terre di Nicctta, e di Rocca Candida ; e la fortuna già cominciato ad oppri- l'SJtom merlo, dopo priuatolo di portion dello Stato, lo prillò etiandio della, vita, e priuò la Cafa delFap poggio, e del fondamento maggiore. £muore. Guido, iùo figlio, & herede, fi ritirò con altri fratelli nella Terra di San Secondo. Colà trouòla fòrte tal’horadi vincere, tal’horadi eifer vinto, & in quello fteiTo mentre andarono occorrendo gli accidenti, già difeorfi, degli eferciti, così nel Ferrarefe, come in Campagna di Roma. Dopo, che vi partì indiipoflo il Sanièuerino, fù al comando dell’armi per alcun giorno Luca Piiàni, ch’era in Verona Prefettitio Rappreièn-tante. AndouuipoiGioanniEmo, tolto da’eonfini Breiciani Proue-ditore di alcune militie, e queili nel tempo fermatoui,premunì Figa-rolo, e fe molt altre buon opere. Federigo Contarini, e Francesco Sannuto efpeditifipofciada Venetia Proueditori nell’Eièrcito, lo ri- M m m m troua-