180 DE’ FATTI VENETI. accollerò; e così fcioltala Nobil Città da barbare catene, ed efpurga-tadapeililente tirannide, ritornò in libertà. IPrimati, e il Popolo pretefer fubito di mantenerli già da loro promeiTo, ponendo Mar-ri!rt££co Quirini nella fède di publico Rapprefentante Ma quello Gouer-ftà. no , che non hauea con tal’aftetto sfoderate quellarmi, tenne il tutto in fofpefo,& efpedì del fucceffo l’auuifo al Pontefice,e à notificargli! ilio fenio inclinato, non in fé Venetia d’affutnere quella Città,ma di. riformarla in Republica. Concorfe nel parere,e nelle lodi la Beatitudine *uolo ')Ì Sua 5 e così appunto/fi ; e così non reflò nè alFvno, nè airaltro, iè non, impubi¡ca. vn teflimonio perpetuo di gloriofa pietà, che volle lo iteiTo Santo 12 5 5 Pallore faranco qui rifplendere diuinamente dando in quella, occafione al Primocirio di San Marco Plniègne Epiicopali ne5 fàgrifitij (blenni. Fuggito in tanto Anièdifìo per altra parte dal gran flagello, fu primo, che arrecò ad Azzolino l'infauiio ragguaglio. Combatteua. il Tiranno ancor Mantoua 5 PafTogli il cuore la perdita graue, e sfauil-lando di crudeltà, Icuò immediate Paifedio, e fi conduiìe frettolofò con tut to il Campo à Verona. Colà foflòcato ogn altro fpirito ilio dal folo vchcmented’vn’empia vendetta, barbaramente sfogolla contro ]fèmori?° * dodici mila nobili natiui Padouani, che, sforzati, apprefiò diièdimo-gran nume- raiiano, facendogli tutti ad vno ad vnocon tormentoii ilratij morire^. uln/ Tad° Cibata » c’hebbe : non già iatollata in quella forma la iiia ferità, prefc, à marciar alla voka di Padoua con tutto il neruo. Giunto à Vicenza-, qui pi fermo/Tì per dar princìpio da lontano alfanguftie j & andò tef impedi/ceìi fèndo, e pian tando al coriò del Bacchiglione oftacoli negli shocca-corfoaiBac menti poco diftanti, per diuertirlo dal naturai indirizzo, e lafciar Paper Tado- doua in afciutto. Vemiegli anco fatto il penfiero nell’opera 5 ma la. m • Natura, che non patifce le violenze dell’arte,e che fuole,rattenuta da vn canto, in altra patte prorrompere, delufè il perfido. Diftolto, efre-nato congl’interpofli impedimenti dalFalueo proprio il fiume, fòurab-bondò in più luoghi 3 L’acque raminghe andarono da fe fteffe cercando il loro letto fmarrito, e con obliqui giri vagando trouatolo, fi videro à com par irlmprouife dintorno alle mura di Padoua $ colarono, Vt'aCcque°ni eVimmerfero dentro dWalta foffa, che il Legato, ei Veneti Co-tntorno per mandanti, hauean fatta già cingere con grandlnduflria, e porfero al- * »cpam. ]a ciftà, quando meno credeafi, l’vfò del commodo, e la difefa in vn-tempo. Vi capitò dapoi Azzolino con tutto l’eièrcito,ed’oltre ad ogni ilio credere, trouatala copiofàmente bagnata, e guardata inficine, ri-jiixoUno fàfe, iènza tentar, nè penfar di vantaggio, il fuo ritorno à Verona,. ritorna à Allontanatoli coflui, e fèco il nembo portato altroue, filmarono i no vmmino- fa* noP Più tempo di contenerli rinchiufi. Sortirono ben ordinati5 ftrrÌcrtu incarn/riaronfi ver^° Vicenza, e là fermatili, doue ftaua per anco il oftacoli al Bacchigliene otturato, applicaronfi con prefta mano à diifiparne i ri-fiume. paii > & à rimetterlo nel naturale fenderò. Vn militar Comandante, che