LIBRO VINTESIMOSETTIMO. 6^ caua iliolocom modo, perciò Giacomo, e Guido conduceronfi ho-noreuolmente con ftipendio di ducati due mila per vno, e vn Terzo Ti ÌSTfÌ fratello, inclinato alla vita Ecclefiaftica, fù inueftito di vn benefitio ‘/e nel Veroneiè d’importante rendita, e di luflio adeguato. Godute il Sanfeuerino le gratie, e confìgliata la guerra, ritornò in Lombardia, doueièguìvndifaftrofoaccidentead Antonio Scariotto nel condar cinquecento Caualli veriò Crema, per fuernarueli. Fiì tradito da Tuoi medefimi, e fatto inciampar in vn’aguato de’nemici,ed aiTalito, erotto, durò fatica grande àfaluarfi con vn fratello, e con al- d'vna por-tU pochi. Benche aggiacciate allhora già il Verno, pur non piacque *¡¡¡”1 al Sanièuerinodi ioipenderne il riièntimento. Paisòl’Ogliocon vn_ Ponte gittato. Affali, e preiè la Torre di Triilano sii l’altra ripa; Con-uertì à iuo prò grano, vino, e fieno in copia trouatoui, & oiferuan-dol’eipugnata Terra di non iiprezzabile opportunità, la guernì a bi-iogni. Andauanfi in quefto mentre preparando l’armi alla Primauera, e, gran cure mordaci rodeano alla Patria gli erarij, e 1 fangue j ma più di tutto, le hoililità perfiftenti di Siilo Pontefice, diuenutole nel colmo di tanto merito, di Padre confederato, nemico acerrimo. Riiolfèro clamori dei perciò i Senatori di portarne clamori alle Corti principali di Europa, e l*a mandarono Sebaftian BadoaroCaualieroà Federigo Imperatore; An- n di Euro-ionio Loredano à Carlo Rè di Francia ; al Duca d’Auftria Carlo Piiini ; c0>Ìra ll e Nicolò Fofcarini à Maifimiliano, figlio dello fteilò Imperator Federigo, che per la moglie Maria dominaua la Borgogna, eia baila Germania. Quefte deitinate efpeditioni; l’armi, che fi andauano mettendo infieme, e vn certo torbido, nato allhora in vn Conuento à Cremona de’Collegatiauuerfarij, in cui v;interuenneanco Alfonio, in-ualiè nel Pontefice alcun timore, non tanto di guerra, che di vn Con- che ne tedilo , il qual finalmente per fi lunghe combuitioni Chriitiane poteife me • chiamarfi ; onde agitato, e confufo fè qui porgere vn tocco di pace. E ya toccar Era la Republicagiuilamente alterata. Stauainattoproifimodi pren- ¿»feeder Ferrara, e di raccogliere il frutto di tanti confumi. Dando l’orecchio perdea volontaria, ciò che già fuo potea quaft dirli. Ella in ogni La ncpubiì. modo aicoltò volentieri. Il Papa, fuperò, che il Veneto Proueditore^™*"0" in Romagna ne icriueffe al Senato. Si mandarono iìibitoà Cefena Zaccaria Barbaro, e Federigo Cornato Ambafciatori, per itringerne i proietti, pia principiatoli appena à trattarli, fi rileuò dalle pretenfioni dee/ena. intrattabili, doppio il cuore altrui, quanto puro il V eneto, e iene di- £ dìjciolt9 iciolie il Congreifo. Quefto Senato giuftamente (è ne alterò , e come ¿1tutto jen-vn Cielo lungamente torbido, e riichiaratofi vn poco, iè vieti rico-pertodinuouodanembi, più irato fulmina, egli così tornò più/degnato, che mai alla guerra. AiToldò gran numero di nuouemilitie, fpecialmenteAlbanefi, e Dalmate; Prouidedi Capitani, Officiali, o d’ogn*