LIBRO TRENTESIMOPRIMO. 781 nea al diuilàto diiègnodiBaiazet. Egli iapea,che dopo le vittorie;, ogni ritardo à ntioui attentati c gran colpa. Vi mandò incontinente yMuofotto l’À rinata nauaic , el’elèrcito j nè contento di tanta forza, e di tanta n*póh. • fortuna» tentò di corromper’anco la fede . Teneuacaptiuoapprelìò di le lo Hello Paolo Contarini. Pensò valerli di lui per mezzano à muo-uere quei di Napoli ad arrenderli; Arroganza,che ili etiandio riprélìbi-le in vn Potente,il qual ben può sforzai'i corpi, non già corrompere gli animi. Poteua il Turco più facilmcnre vincer’ vn Mondo , che vn cuor fedele. Si linfe in ogni modo il Contarini corrotto ; Andò con Ne tentiZj l’efercito Tureo à Napoli ; Si accollò ad vna Porta per adempire il con- Ba^cti^ certo,- ma quando fuui opportuno , diè dello fprone al Cauallo , ed entròd’vnfaito in Città. L officio di lui àque’ Popoli, lù del tutto di contrario al promeflò. Li ammonì à difenderli fmoall’vltima goccia; Con~ edefiì, già da le mcdclimi riioluti ad ogni morte, gli leuarono loc- ch-io/cher cafione aipcrluaderli, ed altrecantogli dieron quella di vna lode infi- ni^cc * nita. Molti crudeli alTalti feguirono, tutti corrilpolli, e rilpinticon molti affai. torte petto. Vi li auanzò Baiazet in perfona, per dar’ a’ fuoi maggiore u l’obbedienza, e’1 coraggio $ ma nulla vallerò le fue minaccie àgliag-greifori , nè itrauagfi àgli aggrelfi, per crollar di vn punto la Terrari e gran co-anzi, che in vece di aprirle porte, e di cedere, furono murate, accio- ¿fen/orr! che lène vedelfelacoilanza, & il z*;lo lèmpre di più pertinace. Per moltiplicar le hoflilità da più parti, mandò il Tureo à Maluaiia, e nell’ Ifola d’Egina qualche numero di Galee,* ma licome quella elpugnò, Turchi pre non così fece dell’altra, e men di Napoli, più làida, cne mai. Hora. dd-^J,'jiola mentre, che colà fi ilrmge l’alfedio fiero, haueua quello Maggior Con- * ‘ ‘ figlio, loura i primi auuifi del morto GeneralTreuigiano, dellinatoui fuccelfore Benedetto Pefaro, Senatore di gran concetto, e li alleili, e Benedetto partì egli , con memorabil’ eiempio, nelrillretto termine di foli tré ^jaro eiet giorni, tanto vi prepolè ogni priuato interelfe di vita, e dì roba , e>t0 Cencrale tanto fi sforzò il Publico à prouederlo in momenti, e di denaro , e di che p^tt.> quel più , che richiede in copia vn Generale fiaccatoli da cjuefti Lidi.,a mmtl * Toccò primaCorfù, e quiui hauuta relatione degli auuenimcnti infelici , lènza perder tempo indirizzolfi al Zante, e trouò colà raccoltali alla meglio l’Armata da’ tempellofi fconcerti, e i Turchi fotto Napoli z al luriolàmenteàtentarlo . Trattole blanditie ; non rifparmiòle violenze, lecite in que’ cali, e tanto, e tanto s’affàticò,che riduffe l’Armata . HeiTa in pochi giorni à venticinque Galee fottili, dìciotto grolle , & à f[2mtT. più di venti Valcclli. Sciolfe con quell’armi dal Zante, e pretefe inca-minarli à dirittura verfo Napoli, e contra la nemica Ottomana. Già latuf'iL Baiazet, perdutaui lòtto gran gente, hauea cominciato à pauentar’ il Turca. duro contrailo ; le difficoltà rimanenti ; Pauanzata Campagna, e bi- Tenfa Baìa lanciaua il difgullo di sloggiar da Napoli fenza prenderlo , col con- fet di leuar tento dell’altre Imprefe già fuperate. Tra quelle ilelfe trepidationi, ca- % da pitogli