LIBRO VINTÉSIMOPRIMO 477 mutar propoli to,- Pensò variar di lèntiero,e gittatofi,per aprirfelo,foura Vn de Fo'l’ Forlì, ed occupatolo, palsò, poi à Rauenna, pur con oggetto d impoi1 Sfotto ièlTariene,& ageuolmente Ipingerfi auanti. Or mentre,che le le andaua approtandoà batterla,fi lènti per li detti prolèguimenti auuerlarij^ per 1 alTedio piàtato à Verona, e per altre inforre grauitumultationi in Pado-ua, e Vicenza à cagione di militari infolenze, prelìàto con reiterati Corrieri di non frametter più indugio al camino j onde conuenne di-ilorfi da queirimprelà,già cominciata, e darli incontinente alla marcia. ^^ ^ Procurarono i nemici à tutto poter d’impediruelo, e trà 1 altre ili lìdie 5 un per paf» fpiccaron sdenti dal Mantouano per tagliar nel Ferrarefe gli argini dei Pò, e per allagarlo in Campagna $ Ma quei del diftretto auuertiti à tempo, furon’anco à tempo àrelpinger dall’attentato coloro. Egli però non più volle fidartene; Stimò più lìcura la ftrada di Chioggia, per indi sù’l Padouano condurli ; leuò il Campo ; #peruenne al Ponto E fuo viag-Rancano 5 e làoccorfogli di dar la caccia à Guido, & à Francefco, figli £;o* del Piccinino, che arcìiuano con numerofaGaualleriad’andarloinlèr guendo, arriuò dopo cinque giorni di camino al Bondeno sul Bolo-gnefe. In quel luogo imbarcate, & anticipate lenmnicioni, òcappre-llamenti à feconda di Pò verfo Chioggia, egli con la gènte, palpando per Ferrara, andò à Goro, fèmpre tenendoli lungo àgl'argini, per isfug-gir le oppofitioni nemiche, che più à dentro haueano già tutti quei luoghi occupati. Arriuato in Adria, e trouata quiui necessaria per tra-gittarfi, la fabbrica di quattro Ponti foura quattro rami del Pò, felli con follecirudine coll mire, Vno à Goro di trentadue Barconi alsai per pafsar'Jt lunghi 5 l’altro di quarantaquattro alle Fornaci, ben guardato da dodi- w«-ci Marciliane ; il terzo à FolTone di ottanta Icaflfe $ & il quarto, & viti-ino , affai più lungo degli altri, foura nouanta gran barche, al Porto di Brondolo,doue sbocca l’Adige in mare.Per elTi d’vno in vno andò filando lo Sforza con tutta la gente à piedi, e àcaiiallo* e tracciato polcia,per gl’argini marini, giunle à Chioggia. Colà prelè l'imbarco foura trecento legni,da Venetia efpeditigli,edentrato in Laguna* e quiui incontrato da più Patricij con ricco prefente, fù alle Conche Padouane al tramontare del giorno. Ripartì la notte per quei contorni le militie in va- %f£nn0el ri]quartierij efpuntatoil mattino, mentre andaua fpiegando all’occhio tutte le miiitie, così del lèguito luo, come l’altre,raccolte trà quel-le vicinanze diuilè, vi comparue il Melata, che vi li giuntò con le prò- il melata. prie, e ridotte, e ralfegnate tutte in vn corpo, afoendente ad otto mila Fanti, e quattordici mila Caualli, fi auanzò d’indi nel Cologneiè per L’cjercito . prender lingua de’ nemici battenti Verona, ed à milura rifoluere. Se- và ,iel Cola guì trail mezzo di quello tempo alle parti di Salò, e Riuiera del Lago alcun buon incontro, dopo, che Pietro Zeno introdulle per i afpro e difficile camino il già detto foccorfo in Brelcia. Vitaliano di Friuli noto Comandante in que'luoghi delle nemiche militie à piedi, e à Cauallo, prefo