¿ya DE’FATTI VENETI. nel fiume di mezzo à preferuar da vn difperato timore la pouera gente sb¡gomt¡ i di là 5 tutta fuggì, & andò lungi fino à faluarfi in Vicenza, c in Padoua. II General Venetiano trà tanto, fubito che intefe pattato Alfonfo il Mincio, e le Terre, e le Campagne Veronefì ardenti di ferro, e di fuoco , ingroisò Teièrcito con le militie tolte da Lonato, e da tutte le parti j e feco vnito il Proueditor Marcantonio Moroiìni (mentre Agoftin Barbarico s’era già partito infermo dal Campo)paisò anch’egli follecito il Mincio, e fermò il poito à VaIIeggio,per prender quiui lingua, confi-vefercito g!io,e rifolutione adattata » FoiÌè,ò che Alfonfo dubitaffe allhora del ne- lo mico vicino,ò pur,che vi veniflè allettato da qualche intelligenza fecre-£&z‘°- taj{ìrjcQndutte,peruenutoàpenaleièrcitoVenetosù’lVeronefe,con *il/ùaf°nettwct0 ^ 110 ne^ ¿reJ(ciano>& andò appoilatamente ad inuader’Afòla. Il Brefciano poco tramaglio {offerito da quei di dentro 5 la pretta refa della Terra, %£liJ*e e 4cila Rocca i U fugafeguita di molti dopo arrefala, vnironfi tutte per £ gù fiat- elùdenti pruoue di vn traditore concerto. Il Sanièuerino però, quan-rende, do vide alla fua giunta nel Veroneie à ritornar’Alfonfo in Brefaana, zfercitore- ricuperò prima, per non efferui capitato in damo,tutte le Terre dian-Vi°Ìdqvè Zl dal nemico occupate, e poi lafciato in Valleggio Agoftin Soranzo, ionefe i¿> paisò il Lago j ritornò pur egli di nuouo in Breiciana, e fi fermò à Cai' Terre per- QnatO. ^ritorna., Tanto ardeuano lepublichecoileIJationi in quei tempi, che no i» riièntì delle fiamme quefto Publico Palagio ancora. Vi s’acceie caer** fuoco iùalmente il fuoco per vn picciol lume nella Chieià contigua trafeura-tteiTubiico^toui da vn Clerico, e benche fotte eftinto da tutto il Popolo, nonfù y*wua4' però così prefto, che non vi reftattero incendiate pitture celebri, pa-uimenti iùperbi, e pretiofi regiftri ne’ Regij Archiuij, e le fcolture, e gli archi danneggiati altamente. Ora giunto nel Breiciano il Sanièuerino, e tirati forti nel già detto luogo di Calcinato gli alloggiamenti, inteiè la perdita d’Aiòla, ed infierne il nemico più ièmpreàicorrer libero con l’inuaiìoni, Più non., Sinfeuerm potè fofferirlo j Si eiteiè à raccoglier militie da tutte le parti, e pensò rgro¡flrfiT di mutar con le forze propoiito, e di condurli egli fletto à prefentar’ all’auuerfario la pugna. Ma mentre eh ei cerca di cambiari! vigore per cambiargli andamenti, fi vide Alfonfo à cambiar parimenti da’pri-ìi Duca Eri mi penfieri, e il Duca Ercole cambiarli fece 5 fcriuendogli con eittca-‘inaiìtTdic* Prcghiete, che fi douette raccordar di Ferrara, più, che mai attediata, ferrar tuli da’ V eneti, e già ridotta alleftremo. Non haueano i Padri cettato mai fmf°. rimetter genti in quell’efercito, dopo i confami, già detti, di pefte » e la partenza del Capitano Francefe 5 nè men punto haueano i Capi uittguflieji nouri rallentato di ftringerla, Erafi per terra già ridotta lènza vn palmo inetta ot- ^non occupato terreno. Per acqua le iòrgeano innanti l’infegne della República ventilanti, Stauanopreiìtutti gli argini del Pò; prefeper ogni canto tutte le vie, ed Ercole perciò doratamente agitaua. Sue-