LIBRO QVARTO. 67 rhumiltà, e volontari]’ à tutta difcretio ne fi arrefero. Prefa Caifa., c¿f* !ìrt' con Fadorata Città, e tant’altra parte della Soriane del SantoPae-fè, conobbero i Veneti d’hauer’operato per quel viaggio à bailan-za, e rilòlièro di ritornar’alla Patria, già ch’anco la ílagione proífí-ma del Verno troncaua Popportunità ,■ per allhora ad altre imprese . Tutti raun arili in Gerufalemme 5 abbracciatifi con iterate accoglienze, e rallegratili nelPvniuerfal contento di si belle vittorie^ > dopo corio alcun giorno, efpotero inoilri Comandanti il giuito de-fiderio al RèBalduino del loro patrio ritorno. Egli con pari affetto, e con proteflo d obligo, e di ricordanza indelebile ( refe loro abbondantissime gratie per tant’opere predate )cortetemen te accontenti alla, richieda. Et effi partiti, e venuti per terra à rimbarcarli à Zaffo, die-^9*¿"‘ ron’i remi all’acque con lucido Cielo. E' ancora incerto, fé in que- ¿perlada do viaggio di ritorno alla marina, ò pur fé nel primo, quando andò datua-Zaffo àGeruiilem tutto il Veneto etercito, eivinceife, ed otteneffeà forza d’armi l'importante Città d’Afcalona. Ma fé ambiguo è Pinditio del tempo: altretanto conda dal fatto indubitabile Pacqu ido di quellaca a>‘“' Città, lùperato dall’armi fole della República, egloriofo ancor più, che battuta per auantidall’etercito Francete, nonnauea potuto eípu- Gìmqeà gnarla. Carica di tanti trofei approdò di ritorno in Patria P A rinata- renetta. il giorno de’teiDecembre, Fediuità di San Nicolò. Concorte ad incontrarla fedeggiante tntto il Popolo. II Doge Michele, i Senatori del 1101 Gouerno non fàtiaronfi d’accogliere i Capi, e con dimodrationi vni-uerfili di gioia, dalla Città fino a’Lidi ne ribombarono gli appiattii. Lode in vero meritò la República di Chridianiilìma pietà nelle attioni tutte di quelPalte imprete. Armò per conduruifì, ancorché lacera, e sbattuta tanto da preuij accidenti, ducento Vele, Spintele, volontaria , nelle parti rimote dell’Afia 5 colà sfoderò tra tannarmi, e pericoli vna codante virtù 5 riportò il fregio di tante vittorie > fparte il lingue, vi profute Poro 5 e pur conobbe il mondo, ( terminata Pimprefa ) che non per altro intereffe, nè oggetto hauea cotanto arrifehiato, e coniunto del fuo, che per folo fèruigio di Dio. Era già in lei habituato, ed hereditario il codume d’aiutar gli altri, fenza prouedere di neifun vantaggio te deffa. Più volentieri fecelo in quell’occafìone di fede 5 e con Pvfo, ¿ketempio appunto degli altri cali, non portò, ri patriando Palmata , che due Corpi venerabili, di San Nicolò, e di San Teodoro, Corp¡ ¿¡ s% trouati alle Smirne, e che qui arricchirono d’adorate reliquie due Tem- Nicolò, cs. i ; 1 t Teodoro da r11' e [faportati* Doueano quede fante attioni, fènoninprogreifoditempo, che«», ogni memoria confirma, in quelPindante almeno, ricettar Venetial , & efèntarla da ingiudi didurbi ¡ ma quel lingue, che fi tregge dalle di-fpofìtioni corrotte degPanimi, non opera, come quello, che fi euapo-ra da’ corpi infermi. Libera, e fana quedo da’ mali Immol i 5 quello in I 2 vece