il gran Bifantio, impollèilàrfi nella Thracia , e Soria d’ampi j Stati, e illuftrando nel fangue Infedele Tarmata lor fede, fin poterono ricuperar da barbari artigli il Re~ dentore Sepolchro, ed aggiungere al Regai Diadema nell’ adorata Gerufalemme il titolo facro di Prencipe. Ors ecco Dio, che co’ Regni andanti marittimi, voftri originali, e con la fortezza de' petti 4 vi eccita ancor a replicamene i fregi. Già la pietà, che nudrite, eilèndo lereditaria, non può mancami. Siete di quegli lpiriti religiofi magnanimi ; fiete gli fteisi. A voi nulla fia trop 30 à fperarfi per quelle antiche calcate vie . A me nul-a per quanto vi prieghi, e vi brami, fe già la deuotione non può mai riprenderfi di troppo eccefsiua . Hauete lungi le Glorie imprelle . Qui ancor vicine le hauete à icintillar vermiglie nel voftro Golfo, da che tante volte llacquiftafte col fanguecontra ipiù terribili Potentati, e contra l’Armata diilrutta dVn Ceiare, per preieruar* vn adorata Pontefice profugo, e perfeguitato ; e pur* hauete ne' regi) Archiuij gli Aui medefimi, che à fe-guitarli vi chiamano. Io, fe già per fomma gratia di tutta la vita godei, trà le politiche Sfere feruendo , di voglier , e d ammirar i Volumi ,e i Regiftri, mi fia lecito, col lume appreiò, che polla deferiuerli in figura dVn Ciel conofciuto. Se neflu no più di me ( in riguardo alleffcreme debolezze mie ) fi troua più liberalmente beneficato, non paia ilrano, che, mancandomi il me.- rito,