?48 DE’ FATTI VENETI. %dibut'ìoni mandati a Venetia tutti iGenouefi, eiPadouani $ quelli afeen-del Doge, denti à quattro mila cento fettantadue$e quejti a ducento fettantotto , con altri mifliui di natione Furlana, Dalmata, e Greca. Che gli altri de [oldati, fpogliati d’ogrìarme,fi r ilafci afferò liberi $ E 1che tutta lapreda raccolta, e già con l’ordine primo, ripofla nella Chiefa di Santa Maria, Jidoueffe partir fubitotrà le militie. I38o Così iti obbedito, e così Chioggia nel giorno ventifei di Agodo, dopo tanti deplorabili accidenti per dieci meiì auuenuti, da che i Geno-ueiì Finuolarono, ritornò fotto al Dominio di queda Patria. Gran-ditto sde, quantità di iàle trouatoii ne’ Magazzini, feruì à condir maggiormente nr altre die 11 mprcià$ ed entro al Porto in fequedrato mandracchio diecinoue TvTrouate Galee, con altre Naui infieme, diiàrmate d’huomini, ma in ordine di nel Torto, ogrialtroappredamento, abbellirono la palmajaggrandirono iègnala-tamente il trofeo $ e ièguì dopo, a' più iìcura vittoria, il racquiilo della J^icnperatc Torre delle Bebbe, per opera valoroià di Saraceno Dandolo, che vi ri-ic ¡¡ebbe. ma^ ferjto parue al Doge, che haueife la fua preiènza fatto à bailanza fouraT Armata. Impofeà Carlo Zeno ilGouerno di Chioggia 5 àVit- 11 Do^e ri-tor contegno il generale Stendardo marittimo, & ei te ne venne forw^/'c-àVenetia con le Galee nemiche, trionfante. Impatiente la Città, fi netta. vuotò ad incontrarlo, vederlo, e fedeggiarlo sù Tacque, e sù i lidi, à di-luuij d’allegrezze, e di lagrime. Smontò alla Piazza ; andò à federe nella gran Sala Regia alla vida, & à gridi di tutto il Popolo, e ritiratoii pò» foia nelle proprie danze Ducali, procurò vriadagiato ripofo dalle patite vigilie. Ancorché quietaflè col corpo,non potea farlo però col cuore continuamente agitatoci buon Prencipe. Sera medicata in qualche^ parte la Republica col racquiilo di Chioggia 5 ma vriArmata Genoue-fe, per anco potente, e vicina, rimada sul mare 5 Tant’armi terreilri, che vdiuanfi pronte à tormentar Treuigi, e in ogrialtra parte il Domi-Dubbij moi nio 5 Molti Prencipi congiurati contro, e per congiurarli, non ceilàua-jttit aUrie-110 tormentar, e lui, e gli altri co’ fadidioiì peniìeri 5 Non guari an-mici. co andò, che pur troppo idubbij mondamente verificaroniì. L’Armata Genoueie, difeorrendo le riue, e Tacque, ed infedando, arrabbiata , in numero di quaranta Galee, e di molte Fufte, prefe, vicino à Corbola,alcuni Vafcelli, carichi di grano, che,ritirati, attendeuano op-mffi'dau' portuno11 tempo per approdala Venetia.Paisata poi à corteggiar Trie-¿mata ce de, e quiui tentato di commuouere alla fua viita fpiriti di ribellione in-quei Cittadini; trouandoii coloro dal Patriarca d’Aquileia etiandio in quel tempo indigati , folleuatifi facilmente , cortero con gran-le fi [otto. à porre in ferri Donato Trono, il Rettore, e raifegnaronfi al Gè- mette Trie- nouete Dominio. Tanto nè pur badò à cjuclTArmatainfoiente. Bat- Tr'ende l