LIBRO DECIMOSESTO. 3 y 3 degl'impedimenti eia piantati sul Sile, e alla T orre vicino alle mura-diftruttoTargine, che da Moggiano batteua laitrada verioTreuigi, e leuatagli quella fperanzaetiandio, maggiormente anguftiatolo. Così pendeua da queito Stato periclitante ta fuilìiìenza 5 così Tarmi. auuer-farie, ò che minacciauano, ò che oftendeuano 5 così dalle proprie mili-tie infedelmente oltraggiataperdealaRepublica i luoghi; ecosì vati-cinauanfì ogni giorno peggiori accidenti. Quefte troppo glandi pre-ièntate amarezze periùaie il Gouerno a peniàr di beuerle volontariamente più toilo in parte,che trangugiarle del tutto à forza;e che in quella guiià gli potette anco il veneno per auuentura giouar d'antidoto, e di preièruatiuo alreftante. Staua la perdita di Treuigi preparata di primo iòriò 5 e già fcorgeafi vano il credere di più iàluarlo, in mancanza do più necettarij fuifidij, dalleiercito del Carrareiè, oltre modo potento. Maturarono per ciò i Senatori, che fotte meglio il darlo con atto gene-rofo à Leopoldo, Duca d’Auftria, che riiparmiarlo à colui, tra tanti ne- Tefìero dei mici il più perfido,ed il più abborrito; e benche ripugnaffe loro il cedere quella Città, ad ogni modo in quello {lato cedendola,più ad etto inten- CJ ¿^1 d' deuan ditorla, die a (è medefimi. Ponderauano con faggi rifleifi j Mirici. Che obligato à quel dono l’Aufiriaco Prencipe^oteffe, sì come dianzi erafiato anch'egli fempre a quefia Patria contrario, volger’il petto guadagnato[eco à congiungera conferu ariegli Stati refi antico almeno à far fi lui di fortefponda contra le Carrarefiincurfioni. Se ne parlò tuttauolta variamente in Senato; nè mancò, chi, ancor nel mezzo di tante penurie, iì opponeise allo ipoglio volontario di sì bella, ed importante Città, con vigoroiò fianco dicendo. Che face a nagioniirù ella fola in Terra Ferma rifplendere la Venetiana Corona .contrario. Che copria ne'confini di là piè vafie Campagne, e Cafte liti. Che difende a di qua il piùvicino, egelofio Paefe. Ch’era fiata tante volt e vriargine contra le fcorrerie oltramontane, Imperiali, Vn-' ghere ye le fi effe Aufiriache. Che allhora,dandofi à quefte, faceafiì invece di propugnacolo, vnrilaffato continuo vomito di hoftilità fino àgli orli dì quefti ricinti. Éffer ne cefi ario ne Ile dehberatiom di alte ccnfeguenze, non attener fi fpeciofamente alla fuperficie. Douerfl penetrar nell’internoj fmidollarne la fofianza, e difiin-guerfile illufioni dal vero. Vagheggiarfi nell’apparenza per vrì Ideamolto bella, il dono diTreuigi alDuca d’Aufiria$ e perche nonpoteaficontrailCarrarefefofienerla, e perche pofiofi concofiui quel Prencipe alle mani, e fciolta la Repub Ite a, e liberaiaft dalle moleftie terreftri, haurebbe potuto refifiere con raddoppiato vigore contra l ArmataGenouefe indtfefa delGolfo, edelDominioin-uafo. Confefi'arfl facile di primo tempo tadempimento dell in-tentione. Lemilitiedifoccupate,idifpendij rifecatiinterra,con-uertirianfi, non hà dubbio, à rinforzar di%ranpolfbt'Arinatama~ £y v rittima.