iz DE'FATTI VENETI.
        nell’arte militare la giouentu, perche bene ammaeflrata valefTeàri-pulfar lofiefe, e à confèruar’il Dominio, e la libertà nell’occafìoni pur troppo frequenti.
          Poco dapoi Luitprando, Rè de’ Longobardi Decim’ottauo, fentì à icuoterfi l’alterigia dominante. Infaftidiilì, che il Greco Impera già ridotto in Italia, non meno dalla forza iua prepotente, che dagli inetti Miniftri, all’vltimo eftremo diStato, e di Fama, conièruaife ancora-j\auenn<L, ne^a fteflà Rauenna la Giuridittione, e la Dignità dell’Eifarca. Deli-pre/ada' berò di combatterla con riioluto coniglio, e feelti Capitani dell'im-Longobardt ^ jj^ebrando fuo nipote, e Perendio Duca di Vicenza, ne glifor-Effana à tì felice l’acquifto. L’Efuirca,preuenuta la perdita, e fuggito à gran. renetta, mirac0j0 dalle barbare mani, altra fàluezza non trouò, che la fola Ve-netia, la quale, pur come amica cordialiifima del Greco Impero, cor-teièmente l’accoliè. Gregorio Pontefice, che tra le veffationi continue della Chiefà, di Roma, e di tutta l’Italia, confèruaua coflante il zelo, e fànta la volontà, impietosì allo fpettacolo di Rauenna, già fattagli^ obediente ancella : ali Effarca profugo, ed al gregge fmarrito. Bramò foccorrere al bifogno; e non fèppe anch’egli àqual’altra pia mente riuolgerfi per vnirla alla fua, che alla Republica, nel cui grembo po-faua tuttauia l’Effarca fìcuro. Scriflele vn Breue, di fpirito Celefle tutto infiammato. Rapprefèntò in effo con paterna premura l’alte con-ièguenze, deriuanti da Rauenna nelle mani Longobarde contra la, Chiefà, il Greco Impero, e Venetia, E dimoiò i cuorigenerofide’ Padri ad intraprender Farmi per tanta vrgenza: fauorire l’Effarca : o far tutto ad oggetto di redimirlo al fuo primiero Imperiale comando. Giunto il Breue à colui con ordine di prefèntarlo, comparilo al Doge in vdienza, e dopo confignato, eletto,infodanzafòggiunfè, suo vffido Sono fiati d’vn anima già ritornata alla vita quefli /piriti, che à fer aiuto. inchino 3 .Augufìo Prencipe. Così conofcomi rinato al Mondo per folo effetto delia vofira innata pietà. Così, già fugato da Rauenna , oppreffo, e difperfo , fenz^a palmo di terreno fìcuro in Italia, qui vi degnafìe d’accogliermi ad onta di gran for&a 3 da ogn altro temuta. Se ardifsi 3 in que¡lo flejfo godimento di fomma gratta 3 implorarne dell'altre 3 verrei da me (leffò à imputarmi,
        o	di non conofcefd preZj&o di gran redentione, ò almeno diprefu-mere di fcarfeggiarlo ; quafi, che potè fse più ad alto ancora eie* uarfi il valore del debito mio, Ma fe in vantaggio del ben prefente , già è fatta incapace la mia conditione , infinitamente obligat a 3 di fupplicar , e di poter con feguir beneficio del confe-guito maggiore, mi fia concejfo il farlo (come qui appunto mi hu-rnilio) f empite e obbediente efecutore del Pontificio r inerito comando ¡porgendo a quejla Patria, non già le mie : ma le fine futfee-rate feruentifsme intercefsiom . Già dal Breue vtenefprefsa
                                                                        con-