LIBRO SECONDO. 3<> ma non hauendone, intrapreièvn empietà impetuosa > Tempre nello diíperationi diíperato atierro degl’animi iniqui. Violò tra Prencipi la-ragione 5 concertò co’ Rauenneiì di tradirgli Veneto Ambaiciatore qui-ui di viaggio in paitando, & ei redò in effetto proditoriamente ferma- ™ccchi0 di Co- to, preiò, e mortalmente ferito. Paisò più auanti Marino ancora 5 n rO~ proditorit-teilogli vna irreparafiile morte, ie non daua parola d ogni celia, e topi- jJJJJl ^' ta pretenfione della Republica ioura Comacchio, e all’infelice conue- ’ nuto,periòttrariène, violentemente darla, così mal trattato ritornò à Venetia,doue in pochi giorni morì. Non v’ha fiamma più arderne d’vn cuor giudo à torto oftefò. Oltraggiata la Publica Maedà 5 fuena-to, ed vcciiò vn diletto fratello,benche ammantato di porpora- • rappreièntante, e deilinato al Capo della Chieià per chieder Giudi tia, diè luogo neH’oftèio Duce à tutte le furie ogni quieto talento. Armò in momenti vn buon numero di Vafcelli, e Galee : v’andò 5 preferitoti! j[ Dog(LJ egli fleifo à Comacchio,e datol aiTalto con impeto pari allo idegno, & prende co-ali ingiuria , fu però, e preiè in breue fpatio la Città,- mando à fil di Uccide** ipada il Conte, òi ogn altro adherente , e intereifato nell’atroce^ morte, e prefidiato il luogo, ioggettollo al Dominio. Rilafsò poi fènza ritegno la bontà, già (pinta fuori dell'aureo ièno del ilio co-ilume. Se il Conte Marino non hebbe limite nella barbarie, non. potè il Doge meno hauerlo ne gli sfoghi di giuila vendetta. DilatofTi Scorre,7 nel Territorio di Rauenna, reo ancheflò d’hauer predata la mano all’ 8&ucme[e. enorme delitto, e lo icorlè, e lo riempì diftragi, e d’incendi; lènza veruna pietà. Quefto tanto badò al buon Prencipedi rigore» e d’ira per tutto il iuo rimanente di vita. Ripigliò, ed elèrcitò iempre dapoi la-quietezza del genio,- e dimoftrolloinfine,che caduto infermo5ege-lofo di non poter più amminiflrar’il Gouerno con indefeifo vigore-, RJnuntia u difceiè dal Trono, fpoglioifi del Regio Manto, e à vita priuata fi ritirò Ducea’ volontario. Di pari virtù, ma con diftèrenti aufpicij > gli fucceffe Pietro Candianoj portone da’ Narentani, nemici continui, intaufto principio. iZ Eleuata da co doro la cemice di nuouo, trapalarono fino à Caorle, depredando. Si alterò Candiano, che non finiflè mai d ardire vna ma- 8 8 no Coriara, iòlo di rapinar capace, à preiumere di penetrar’alle radici d* vn’alto Dominio. Pofe à buon’ordine lètte naui, non credendo, per reprimer la temerità di quei Pirati, bifognarui di più 5 e montatoui io- crTnuJ. pra Direttorie Capitano, s’auanzòàgran fretta nell’acque Dalmate, doue s’eran quelli, dopo le predette (correrie redimiti. Trollatili non fi curò, chela loro armata toflè di numero allafua di gran lunga iupc- riore, ed affli più del iuppodo,- fi (piccò loro lènz’altro rifldioall abbordo,* Al primo incontro la foprafece 5 le ruppe >leàiiÌìpò pili v aicelli; ma crefciuto dapoi a’perdenti notabilmente il (occoriò, il iiipei aliarono j gli circondarono il proprio vaicello, dou’ei combattea virilmente j e