6i8 DE’ FATTI VENETI. gliò gran parte 5 il Marciano, e’1 Falerio rimater prigioni con molti, o Tomaio da Imola fuggì con pochi alle Naui. Trouatoiì di tal modo Vrbino Padrone del Campo, e del Forte principiato, ritorte à Tuo prò Forte con lc fatiche degli altri. Ne continuò foura d’effe ilauori* riduffe àper-uertitoàpr'ò fettione la fabbrica, e conuertilla da cattiuo in ottimo inftromento à de' nemici, difender Ferrara. Grane diiguilo portò queilo accidente alSanteueri-no, e fi eccitò à riarditene con Tviùra di vn guadagno, maggiore a£ fai della perdita. Giàfcorgea TeipugnationediFigarolo non breue, 5 Hauea fotto a’ piedi vn’efercito di gran vaglia* Stimò non bene l’occuparlo tutto in quel folo attentato, nè donar’al nemico ciò, che in altra parte gli potea togliere nel tempo fteffo. Deliberò di addirizzarne portionealtroue, eteelteilPolefineverfoRouigo, paetenon tocco per anco dal folgore di quella guerra* raccomandando Fimprefa à Fra-TouLr1 ca^°5 & a Giouan Maria, fuoi figliuoli, & à Pietro Marcello Prouedi-tore in Campo, che ben ordinati vi andarono. Non mancò di refi-ftenza il nemico ne’primi affalti, e fu. forza diaprir’al ferro alcun fan-np!lgo^& gue, chevalfeinfìneadilluftrar la vittoria più bella. Occuparono i altri luoghi noiìri, per primo acquiilo Caftelguglielmo, e la Torre Landona, benché circondata trà Tacque * Per fecondo la Città di Rouigo * e per terzo le Terre di Lendenara, & Abbadia, con tutto il Paefè d’intorno. Diè il Senato vn iòmmo grado à quelle conquifte, à ragion d'armi,e in guerra già rotta, ottenute. Vi ipiccò da Padoua, doue reggealaPrctctti-TubiuiRap tia Rapprefentanza,Agoftin Barbarigo, Senatore di qualità rimarcabili, gSST per cui anco fù Doge * Eleffe Pietro Treuigiano, Proueditor inPolefi-ne, e commife ad ambi, che con buoni trattamenti, e con fincere pro-meffe d’ogni aifiilenza paterna, infinuaffero ne’ Popoli l’amo re,e la fede» Comeneconteguiron’anco perfettamente pur con la dettemi, eie blan ditie Tintento, e pullutaron poteia in ogni tempo dalle dolci gittate tementi in quei iùdditi iuifcerati diuotiifimi teftimonij. Caduto tri tanto alla Stellata grauemen te infermo il Duca di Vrbino, e sforzato di ritirarli à Ferrara, non ne abbandonò Toccafione ilSanfeuerino, ancorché , per la gente mandata nel Polefine,haueffe il Campo diminuito in gran parte. Sidifpoteàvn generaTefperimento contra Figarolo* e rinforzate le artiglierie, e atterratone gran fpatio alTattalto, dieglielo così feroce, che iuperò di primo tratto il parapetto della Torre contra> Toftinata pertinacia de’ difenfori. Soprauuenne in tanto la notte, nc volendo per effa Ruberto tralateiar Tvltima pruoua del fuo potere, git~ tò i Ponti trà quelle tenebre foura lefoffe, e fi auanzò ad attaccarla-loardiconl’interoditutto il Campo. Se Thorrore della ilrage, e del lingue rimaneua tolto all’occhio dal notturno Cielo* atterriuanii mag-rf^roh. giormente le orecchie al fibilar del ferro, a’ tuoni terribili delle bom-Eprefo. barde, e motehetti, & à gli ftridi, e gemiti. Vi entrarono i Veneti* ed entratiui dopo di vn crudeleconflitto, ed’vn lungo coniùmo di tempo