i79iO DE FATTI VENETI. zo del Cardinal di Roano,e perche del Francefe ne fu princìpal motiuÒ il già efpreifo Tuo diuiiàto penfiero ioura il Regno di Napoli fi tirarono innanti ancora maneggi di pace, e d'intorno le coditioni ièguenti ver-e loro fin- fando fi andaua. Che facejfe il Rè Luigi, con l'autorità, che apprefi dij allupa fo il Papa tene accovonar Alafisimiliano, perche la cerimonia cc’ vfitatagli autenticale ilgiufio titolo di Cefàre: & alt incontro Mafsimilmno confermale Luigi nell’Inueflitura del Ducato di Milano acquifiato. Così tra le coiè già conchiufe, e che fi trattaua^ no in oltre, rimado libero il Chridianiilimo da' iòipetti di quella parte, Negotiati redattagli l'altra, di conciliarfi co'l Rè Cattolico foura le accennate vi-^spalmtò. eendeuoli pretenfioni nel Regno, per darfi poi fuoco alla guerra. Era ura loftèjjo molto difficile il comporre in vn iolo intereile due defiderij,* Pur fi apri-Sol?! rono i iTianeggi, e in poco tempo, fi vdì accordato con merauaglia ciò, che pocea dirli imponibile, di partir'in due la coià da ciaicheduno bra-n on mata 5 e furono i patti conchiufi. Che ambi quei Rè ajfaliffero fi0/1' - ‘‘ in un tempo il Regno ; Che à quel di Francia toccaffe Napoli, con tuttalani erra di Lauoro> e la Prouincia dell Àbbruzzo . Che patti!cYo foffero delCattolico la Puglia, e la Calabria. Che ogrivno fipro-dinidono. curaff'e da fi flejjo tacqui (io del fuo, non aiutato : ma ne anco impedito dall altrove che doueffe quel maneggio cu[iodirfi fiotto figtllo di fegreto fileni 10fino, che l’efiercitoFrancefi giungefje à Roma. Dalle Adrologiche ponderationi de'punti Celedi, e dagli accidenti iòtto eifi dianzi in altri tempi iùcceduti, lùole arriuar la icienza mae-dra, con l'oifematione d'altri fimili conformi afpetti,à indouinar degli auuenimenti futuri la diipofition delle delle. Non poterono tutta-uolta i politici di que’tempi trouar co' loro perfpicaci ingegni eièmpi fimili, per comprenderle cagioni di vn tal concordato, e meno gli ac-cmfidcra- bidenti à venire. Parue, che fi ammiraiTe per gran portento, che il Rè twm arca di Francia, iòlo Prencipe in Italia draniero, potente, e PadrotL, Ìambe ¡Ìdi Milano, concoireffe volontario à prenderli compagna la Corona di dette coro- Spagna, forediera, forte, & emula, per ieco diuider'vn Regno, ch'egli hauea poco innanti, edacquidato, e poiTeduto intero. Stupiuafi parimenti, che il Rè Ferdinando, perla metà del Regno detto, haueife aflentito di fcacciarui, e d'opprimerui del tutto vn Rè del fuo fanguej Signore legittimo per tanti gradi, e lo faceife in tempo, eh' ei promettala à quel Rè medefimo affidenze , e fattori. zo Ora, mentre maneggiauafi trà le due CoroneFaccotdo, morì fim Barba- qui à Venetia il Doge Agodin Barbarigo, dopo retta la Ducea quindi* Leardo cianni> e dato quel faggio di zelo, e bontà, che l'hauea fatto eleg-Loredano gere, con alto tedimonio di dima, Prencipe della Patria in luogo ^Benedetto ^ irate^°• Vi fu afsunto in vece, per poiseduteprerogatiue al-d7ve faro tretanto infigni, Leonardo Loredano . Benedetto da Peiàro, Ge--procurato- neral dell'Armata, venne fregiato dal Configlio Maggiore della Procura-