8oa DE’ FATTI VENETI. £ -, collega andarono con I’efercito à Sinigaglia, & à iuo conto la preièro. Stimò ffiTlui limonio perfido venuto fubito il tempo del proditorio aiiaifinio, deli-predono sì- Aerato già còtra quegli incauti, e perche più enorme fpiccaife, fi rifolfe mgagiia. efec^ri0 jn Sinigaglia fteffa, che pur’hauea in quel punto per opera loroacquiilata. Scriffe a’ medefimi, che volendo il giorno ièguente farui Tingreifo, visfrattaiferole proprie militie, perche vi potettero capirie tue,- • •• • 1 • 1 * r * L'i* gii stati ¿aiuppliciar 1 nemici5 per vmr denari, e per empire le ìnlatiabili vora-cirlfmi c*t;*1 foppliciarono gli amici ancora, e ferono umilmente auuelenare Mcbeie fa à iàngue freddo il Cardinale Gioanni Michele, Nobile Veneto, e ni-ZSSc PotePcrforelladiPapaPaolo, àiol oggetto d’impoiseisarfi del fuo per torli i contante • denari. Ora mentre, ’che trà quefti fieri ipettaccoli feorreua in Italia il Ver-Difficoitt no, fcriife al Senato il Miniftro già paisato alla Porta per maneggiami tiL laporZ ^ Pace ’non giuntouiPer anco ^tro del Rè Vladiilao d’Vngheria. A de?jJ°T tal nouità formarono i Padri concetto, che forfè non amafle quel Rè Ungheria. così prefta la conchiufione, per non perdere l’aiTegnamento annuale ^ ch’era la Republicagià obligata dicorrifpondergli in guerra. Bramofi però di refpirar’vn giorno da barbare vefTationi, e farlo infieme con la fodisfattione di quel benemerito Prencipe, ftudiarono di rimuouer-gli Toftacolo delTintereiTe, Si obligò la Republica di esborfargli à com-e viene dai penfo, benche feguita la pace, finoviueflè l’ImperatorBaiazet, libro senato con,. cgn’anno trecento d’0ro, in vece delle mille accordategli in guerra ; di che compiaciutoli Vladiilao, vi mandò pofeia il Miniftro , ‘ e fi fta-ua di tanto negotio attendendone anfiofamente gli euenti. Ma il Chriftianiifimo Rè, già confidato, che le Impreiè iùperate fé-•Parte u Ri Veemente dall’Armi fue nella Calabria,e nella Puglia,non più haueifero ebriftianf bifogno della fua preienza in Italia per l’intero Dominio di tutto il Re-{Zia*11’ guo di Napoli, rifolfe partir’, ed in effetto partì oltre i moti. V n’efercito è come