LIBRO VINTESIMONONO. 703
Marchcfc Gonzaga, non potè più tollerarci difpregio, nè più penfartd Dìuiiion<LJ pericolo neceilì tato, Armò anch’egli tutto il Campo, eripartillo irb del Veneto. noue Schiere j cinque di groiìì Caualli, tré di fanti, òc vna di leggiera^ Caualleria $ ordine non lodato da ogn’vno, pretendendofi declinata^, in tante ichiere diuiiè Ja forza di tutte, Il Taro nel mezzo d’ambi gli cièrciti, creiciuto la notte, rendea più difficile il guado 5 II terreno 111-terfecatopernaturadadure ilerpi, e coperto per accidente dall’acquc miagcuo!i cadute, impaludaua di fanghi, e rendea malageuole il fermami il pie- le firade, e de. Arriuatodilàl’eièrcito Franceiè al fiume, difteiè le artiglierie^ dtl foura gli argini, e tu egli primo à francarle contra il nottro di qua, pai1 fando però i tiri quafi tutti d’alto, e con leggieriifima offcfa Allhora Jal^cjf,
il	Marcheie di Man toua, aggiuniè tanto più à quel degli anni il bollor no i primi à dello fdegno. Gridò, che non era più tempo di foftèrir vigliaccamen-^'^ ' te vn tanto oltraggio, e dato il fegno alla motta, fè pattar l’efercito, do-ue il fiume manco alto, e rapido permiiè più facile il tranfito : Eran le ripe calcate di fpine. e virgulti, e idrucciolofe, come s’è detto, per la- mo à uè gran pioggia notturna, diffidi commodo predarono per falirui allo Par£'-nottre militie » Superato alla meglio quello primo fuantaggio, che, fe ben iùperato,ftancò nondimenoj e pattato di là : ma non ancor del tutto leièrcito, fù il primo fquadrone quello del Marcheie, che attalitte, e
il	primo affalito quello del Rè. In vn momento fe ne azzuffarono si attaccò molt’ altri, &. apparuero in ambi que’ Campi, proièguendo la pugna- ^ Jauàdro-conegualpetto, econegual fingile, piene pruoue di vn iègnalatonc del ardimento. Trà gli altri accidenti otteruò,combattendo Rodolto Gon- f,oimo vrta-zaga, Zio del Marcheie, impegnato il Nipote d’intorno al Rè. Vollo foccorrerlo ; Commiiè al Conte Antonio da Montefeltro, fratello naturale del Duca d’Vrbino, che con la fua, e con altra grotta banda non. partiffe dal poflo, dou era, iè non chiamato 5 ed egli con la propria entrò ferocemente nello fletto Reeio fquadrone per fianco 5 e sii diè trà .
1 * jl \t*	\	11	1 y J’/* " \f*	1 *	'c*	1 £ ITI
lui, e 1 Nipote cosi gran crollo, che lo dilciolle, e Io riuerso in molto ¡concerto. parti con grandevccifione. Horamai caminaua il conflitto, Min-quel canto, & altroue in vantaggio de3 Venetij e già potea quafi dirfi la vittoria inclinata, mentre anco il Rè medefimo, nel mezzo dell’armi * p»< p*»tL pugnando, ilaua in grande impegno, & in rifehio euidente. Ma gli fuantaggi nelle battaglie non fi rifentono tanto negl’impeti primi, come nel lungo combattere. Non pugnaua, che vna parte fola de’noilri.
La terza parte, ch'era degli Sforzeichi, condotta dal Sanièuerino, quan-do rude nemici alla fronte, accadefle per viltà, ò pur per ordine di Lo-trano, e fi douico ,in vece di entrami, ritornottene addietro. Creiciuto il fiume,riUrM0-ritardo, in pattandolo, molte Compagnie di Caualli. La pioggia ettre- Miri ¡mpe. ma, che anco di più iòprauenne allhora, lubricò maggiormente il ter- d™™umiaLf_ reno, e fè tar alto à molt’altre compagnie d’infanteria. Le due torbite rie,che pur fchiere, che Ridolfo Gonzaga ordinò à non muouerfi dal prefitto po- en-
                                                                            ilo, fe