204 DE’ FATTI VENETI. Molti affai- de più feroci, e generali aiTalti, che infegnaiTe l’arte della militia in, rlnT iru quei tempi. Forti le muraglie, i petti de’ difeniori fortiflìmi, nonfù potàbile di Ulcerargli. Nel. progreiTo de5 vanì eiperimenti conobbe la coniulta de’Capi Veneti troppo dannoiòil trattenere vn tanto eièrcito fotto vna fola Città» Determinarono àportione laiciaruene, e tramandone in altra parte il molto più, e tentando in vn tempo più Impreie, iìiperarne alcuna. Staccoifi appena dall’aflèdio il numero Salito concertato, che il Patriarca, come ne foife ftato preauuertito, fù à in-tale ampi ueftire con molta bramira i rimarti. Li ruppe* tracafsò loro iripari, veneto, ed incalzolli à iègno, che li conduife vicini ad vna generai diftruttio-ne. Non piacque àDio di permetterla, perche fù miracolo la renitenza. Nellofteifo difordine, nella fteiTa fuga, quafi tolta, videfi ogn’ wit^mdc vno a volger'intrepido la fronte, à impugnar l’armi, e coraggioiamen-òi\o. te ad affrontarli al nemico in tenaciffima pugna. Continuoiii ferocemente à combattere5grandi trucidamentifeguirono5 vi reftò del nemico, tra gli altri fìienatisù’l Campo, vnNipote delPrencipe diGo-ritia, giouane divn’alto prefagio, efuron tutti dell’vno, e dell’altro partito eli tant’animo, e rifoluto valore, che non finì la battaglia, io non con la notte, lènza differenza, ò vantaggio. Gran fòfpetto reitò nc’noftri, come il Patriarca, immediate diuifafi quella portionedel Campo, foife rtato così pronto ad affali re i rimarti.. Aperto vn’occhio allageloiìa, l’altro /libito vi fi /palanca., Sipaisò da queita ad altra pre-cedenteo/seruatione. Si rifletté, che ad ogni dato a/salto, fifoisero femp re trouati diiporti, ed armati àripul/àrlo iTrieftini. Comincio^ Dubbio di, fi da ciò à dubitare di qualche tradimento interino. Dal dubbio, fi VÌiTncu. pa&ò à diligenti/lima perquifitione* Intrecciaronfi con gl’inditij gli eiàmi, enei filo d’eili, piùchevehementitraipirando ifoipetti,fi disi troun n Iucidò con irrefragabili pruoue, chevn traditore haueise, con occul-dcUnquctt. te intelligenze, auuertito di tempo in tempo il nemico de’ noftri andamenti. Si nominauail Gardano colui 5 huomo nell’armi di fommo grido, e che occupaua gran porto nel Campo.. Fù, (quando meno Zèl credeua, fermato prigione. Porto al tormento, e rinfacciato con va-r fattomo hdi fondamenti, non hebbe ardir di negare la feeleraggine, come» rire. à eiequirla. Reo ancora confeisatofi di propria bocca , incontrò adeguata la pena, e. fù con machina, viàtafi in quei tempi, fatto volar d alto nell oppofto. efercito, doue precipitato à terra, e disfatto in pezzi , mori. Sgomentoilì per più riipetti l’animo del Patriarca. Haueua perduto a neh egli nel combattimento non poca parte de’ /uoi 5 e tol-toglnl fellone, e ritornata horamai nel Campo nortro, l’allontanata. Tmore del nnhtia, difperato il cafo d’altre difunioni, e di più felici fucceifi, dubi-ca 'j che qualche teiribil aisalto ne meno ficuro il rendeise nelle file rtef-iL trincee. Fiàquerti timori determino di partire* di non muouerfi però, fe non prima in trodotti nelfafsediata Trieite i più potàbili aiuti. Tentol-