6o8 DE’FATTI VENETI. der di quel miracolo, che s’era Iddio degnato d'influire con l'onnipotente iùa mano nelle Ior deilre vittrici. Conièguitane la gratia, quaT infermo, che trauagliato in vna parte da gran male, oblia 1 minori nell* altre, nè li rifente, nè fé ne cura, fé non quando hà iùperato il maggiore , tal venne à dolerfene il General Mocenigo, dopo, che vide riipin-to l’affedio, e il Tureo abbattuto. Sentì allnora la falute agitata * clic, obligaualo ad alcun rimedio; Inteiè morto à Cattaro in quegli fteisi giorni Luigi Bembo, eridotto Triadan Gl'itti à diiperato periodo ; Ri-foliè perciò d’introdur’inScutari il più poisibilfuftraggio; e laiciate à il Ge e i ^an ^er8̰ le Galee 5 che v erano ; e deftinatoui Stefano Malipiero per mdijpoflTft direttore in tutto ciò, che il nemico, ièbendifsipato, haueiìe potuto ritira iru con la fua vaila potenza di nuouo intraprendere, egli partì per Raguiì. Qujui vn lieto auuiiò poco dapoi gli pemenne; Che i Turchi ii foiTe-ro non folo interamente allontanati dall’aiTedio, ma da tutta la Pro-uincia dell’Albania il giorno de’dueSettèbre; che haueifero preià veriò Turchi vati. la Macedonia la marcia, e che fi foiTero trouati coflretti à ciò fare, non no in mace. meno per l’ImprefadiScutarigià infuperabile trouata, e fotto cui rimafero d’eflì Tedici mila foldati, che sforzatali dal Rè d’Vngheria, il qual faceafì nella predetta Regione di Macedonia gagliardamente» datTanS ¿ntire. Haueano tèmpre quelli Padri continuato à ricapitargli denari/ uè di ro, eièquendoi Capitoli dell’alleanza. Gli haueano e/pedito per pri-vnghem. mo Ambaiciatore Franceico Vernerò; GioanniEmo dapoi, efù al tempo,che viniè Mattiasgli Ottomani due volte. Vi andaron per ter-tìù Amba. zo Franceico Diedo, e Franceico Giuiliniano, che lo trattenero ièm-quelfa* pre con l’armi alla mano contra coloro per diuertirli. Finalmente attaccato Scu tari, e premutone ancor più il bifògno, vi sera mandato Sebaflian Badoaro con fomma d’oro importante, &hauea potuto quelli con gran virtù fpingerlo in Macedonia, ed attraherui i Turchi à difender dalle potenti inuaiìoni ie ileifi. L’auuiiò à Venetia, e di Seti-tari liberato, e dell’Albania iòlleuata, e del nemico allontanatoli, vile* minò vn triplicato contento co gran merito à tutti ; ma encomi), e lodi altiffimedieroniialProueditoi Loredano, che haueffe con valido petto foftenuto, rifpinto, e fugato, chi à ragion di forze potea in vn folio» VritUmm- Per COSI d*r » afforbirlo. In tanto T riadan Gritti, fèmpre più à Cattaro incalzato dal male, pagò con la morte il neceffario tributo ; & al Ge-neralMocenigo,che pur continuarla indifpoiloà Raguiì, fùconceffo Moccuigo di refpirar’in Patria, dopo tante patite vigilie, e tanti ottenuti trionfi • aiiavatria. Non partì però, fe non dopo ritornate le Galee da San Sergio, dopo Antonio lo riueduta, e rifarcita nel poilìbile l’Armata, e dopo eletto fucceffor’ad vedano Ge- effo, & al Gritti defonto, lo ileifo Antonio Loredano, dal cui valore. „evale. njtto plometter poteafi, fe già l’heroica difeià di Scutari l’afsicuraua, in ■Morte del ogn altra occafione gloriofo, à Venetia. Giuniè appena il Mocenigo aifo lUr' c^e mancò di vita il Doge Marcello ; quaiì che il Cielo voleite felicitar’in