LIBRO QVINTO. 8r iìibito al Doge in Gerufalemme la Greca inuailone, ed efficacemente eccitollo al ritorno, Riuicì al buon Prencipe, nel colmo di quell'allegrezze, fommamente ilrano l’aiiuiio, ièntendoiì à torre per cagione ingiufta quei pietoiì efictti, che poteuano aificuraralGhri-ftianeiìmoper fèmprela iànta Terra^ vn’ampio Dominio nell'Alia, & allo ileifo Greco perturbatore l'impero. Pur conuenendo in ognisiParte-modo abbandonarli, partì iènza indugio, e laido, in partendo, immer-iò Balduino, e gl'altri tutti nella pailìone, Ch'ei ièco portò. Arriuato nell'Arcipelago^ preiè terra, e gittò il Ponte su l’Iiola di Rodi. Parue à quei Greci di non vederlo con occhio corteie, e volendo moleilarlo, e non potendo di più, gli negarono iviueri. Giuftamente attizzò l'ira nel Doge il trattamento nemico 5 deliberò di punirlo 5 sbarcò le genti sùl'Ifola, e dato alla Città furiofo l'aflalto , eipugnolla. D’indi con, c'c ^ quel moto, che rinforza lo iciegno negli animi, quando, violentati, principiano àoffèndere, ii conduflè all'Iiòla di Scio, e parimente,Scw' muàiàla, con la ileila felicità iè ne reiè in pochi giorni Padrone. 11 Verno in tanto, che rigorofiilimo fouragiunfe, sforzollo à tratteneriì nell'ArcipelagOj non però à quietami. Già co'l Greco rotta la guerra,iè-guitò à impoileiTarfi di molt'altri luoghi, e ipecialmente nell'Egeo pre-iè, e riduife all'obbedienza Samo, Lesbo, Andro, & altr’Iiòle vicine alle Ciciadi.Diuenuta poi la ilagione meno acerba,e dirizzate le prore veriò la Patria, oiferuò per le riuiere di Morea,in paifandoja Città di Modon, grandemente ilimata. Propria gli parue in quelle parti scoronargli le già ilxperate conquiile ; attaccolla con iòmmo coraggio ,• ella ben, munitali difefe alcun ipatiojanguftiata poi conuenne arrender^ e pre- Etanco mo iìdiatala, e trionfato à baitanza per vn viaggio, calò nel Golfo con tutta don ■ l'armata. Qui gli comparuero due nouità > l’vna, che i legni de' Greci, cÓ//o. ^ già penetrati nell'Adriatico à corfeggiar', e infeitar'il mare, e la libertà Venetiana, atterriti dalla fama dell'incaminamento iuo alla lor voi ta,e ^aucma delPimprefè,ch'egli andaua fuperando,s'eran tolti fuori delGollo,e trat- già partita. tifi altroue ,• l'altra,che Zara, mitigata dall'Vnghero,e l'Vnghero inuita- £ u Dalma to à iniligarla dall'armi Venete cotanto lontane, erafi ribellata la terza tia ribella. volta, e ipiegate al iòlito quelle bandiere. Il biiògno celiato del Gol- **&' fo, più chiamò il Doge à isfogar'il giuilo idegno contro di Zara, tan- smonta, & te volte delinquente, quante perdonata. Aggredilla con tutte le forze, a^^c' e tanto la ilriniè, che cadè, violentata, con quella fteifa facilità, con cui sera iòlleuatavolontaria. Non bailo ilfolo fangue à iòdisfar lira del ^vnndc • Prencipe contra gl’infedeli Vaflalli. Diroccolla di tutte le muraglie da' fondamenti ,• e già, che le piaceua di viuer libera, la poiè all'arbitrio d ogn'vno 5 & iniègnò co’l iuo ipettacolo, che quando il fuddito li slega la fede dal cuore, s'incatena il piede alla ièruitu. Acquietata, & a mifura del iuo demerito trattata quella, fulminò contra Spalato, e ConS [a(o Trau, ribellateli anch'eife, e iòggiogolle iènza pietà • Guerni poicia c Traù. ogni