LIBRO TRENTESIMOSECONDO. 803 è come il Cielo. II Tuo iole è il filo Capitano, che quando lo patTeg-gia^er tutto riiplende,e fulmina co’raggi le nubi,che adombrarlo pre-fummonoj Ma caduto il Sole, ò il Capitano partito, ben ponno i Capi fubordinati far l’officio delle flelle, e rifplendere anch’ elfi dal lume lontano 5 non già impedire, che Pombre iniòrgano, e che Io coprano d’ofcure caligini. Seguitala lontananza del Rè dall'Italia, cominciarono ifuoiÓapiàdifperderfi di peniìero, e d'ordine al compi- E i Spa^!w mento perfetto 5 e dall’altra parte innalzarono gli Spagnuolileloro lirìjorgono. fulminate fperanze. Auuenne il primo adombramento à Terra nuo-ua vicino. Pafsò da Meffina in Calabria Don Vgo di Cardona, fegui- tatodaduemilaiòldati^eriòccorrerquellaTerraftrettajd'aiTediojei . , ./.T,, .x* , • Rompono t Franceli, maggiori di numero, toltili di la, e venuti a incontrarlo, ri- Franceft à leuarono importante rotta. lui à pocoperuennero di Spagna à Reggio, Tcnanno-pur di Calabria, due mille altri fanti, e quattrocento Caualli, e troua-u ' toui lontano co’l groiTo delle forze Obismì, aflalirono Calimera, Terra aperta, dou’erano trenta lancie, e mille fanti Francefi, e vi efpugna- Numera. rono il luogo, evi tagliarono gli huomini. Obignì viaccorièj Gli Spagnuolin faluarono con poco danno > e rincorati pofeia da vn’altra Armata di Spagna fopraggiunta in Sicilia, andarono à Seminara, & in E refiflono eiTa validamentepoteronfortificarli, erefiilere. Era flato trionfante^fmma pur fino allhora nell’altra parte del Regno il Vice Rè Francefè, e vi te- Z. mtm neada lontano incommodata Barletta. Confàluo, che dentro v’era, e che pronto, e brauo à tutte l’occaiìoni, manteneala in fede, e irl coraggio, hebbeperfpia, cheàlmbros, lungi non molto, vifofle Monfìgnor della Paliilacon alcuna militia,fpenfierato affai. Sortì, & 2£os° ri andò ad airalirloimprouifò,elovinfè,elofèprigione $ e tanto può à de il luogo, tempo vna iòllecita diligenza, che ritornò à Barletta, fènza, che pur’il&'1 GoMer* Vice Rè, trattenuto in poca diflanza con le militie diilefè, potelfe à Tefe! rMm tempo raccoglierle, emenoarriuarlo. Ma nel mezzo di quelli accidenti ne nacque vn’altro,che diè alla fomma di tutte le cofe. S’intauo-larono tra le due Corone trattati di pace,ed auuenne à gran fatto,che in palTando per terra dalla Spagna in Fiandra Filippo Arciduca d’Aullria, e Prencipe pur di Fiandra, che ardentemente bramauala, fi troualfeà BJes co’l Rè ChriltiàmiTimo. Seco flrinfè con quella occafione mag- v Mcìiu-giormente i trattati, el’vno, e l’altro inclinatiifimi al bene, andarono ¡¡ard tanto ageuolando le dilcrepanze,che facilmente fi conuennero,e man- da lapaceà daron’ambi vniti ad intimarne la conchiufion’, e la pace llabilìta nel chrifiLÌlf Regno di Napoli à gli eferciti, ordinando la lòfpenfione dell’armi fin, fimo. che vi foflè peruenuta la ratificatione del Rè Ferdinando. Preflaronui 9liSpagnuo fe proferita, troppo pregiudicio delRèloroconofceireroilrilairo in, no l’ordina pace di ciò,ch’eran preflo per vincerìn guerra. Doppio error’, e detri- J WP*fi0' lini 2 mento