LIBRO NONO. 181 che loggiornaua per Azzolino in quella Città con buon numero di foldatelca, iùbito, che intelè l’vfcita da Padoua, e il principiato attentato de' Collegati, fòrti in Campagna con tutto il feguito, e loro fe-cefi incontro. Giàglivni, e gli altri s erano arriuati in poca diftanza, & hauean già quafi principiato à combatterli > quando pul?licolTi la, voce nel noflro Campo, che i ripari interpoili da' nemici al Bacchiglio-ne, trouauaniì horamai diiTìpati, & infranti. Vditofi da Capi ottenu- miano dal- to l’intento, per cui /blamente s’eran tratti colà, e già l’occafione ce£ battaglia iata,riiòlfer d'accordo di rattenerfi da impegno maggiore,e rifpiarmiar quel fangue ad altro più importante bifogno. Ferono fìionar a raccolta la gente. Il Comandante nemico fèguitonne Peièmpio, e così gli vni ritiratili addietro, e l’altro ritornato à Vicenza, fèguì nel procinto digraue tagliata, vn vicendeuole difcioglimento • Entrò iuià poco Azzolino nel Milanefè, e trouatoui Vberto Pallauicino, che fé-co di concerto andaua tormentando Cremona, e Piacenza, feron’am- nefe. bidi'duevn’efèrcito: fipofèro vniti à defolar per tutto ilpaelè, nelfu- Cmmette no haueua più ardir d’anrontaruilij e nè men la fattione de Guelfi , gran dàni. adherente al Pontefice, potea,battuta,far loro più tefla. Venne per ciò penfiero al Legato di torfi dal Padouano, e d’accorrere in aiuto de’par-tigiani afflitti. Dilùo fòlo Configlio qualche numero di gente lèco và.¡!Lesa-tolfè, e con elfa marciato alla volta di Brefcia, illefo, e fènza contrailot0 a n'cu hebbe fortuna d’entrarui. Quiui fù à conferire de'communi trauagli co’ principali de’ Guelfi, e dopo battuto vn lungo confili to, trouato > che à fànar’i mali delle guerre fial’vnico medicamento la forza, vi fi appigliaron concordi . Apprettò alla gente , c’hauea fèco il Legato condotta, ne raccolfèro dell’altra quanto più poterono dagli aderenti, e vicini, e fattone vn corpo, & vfciti con ciTb', fperarono in, campagna ancor più ingrolfarlo, e prenderne poile riìolutioni à mifù-ra.Ma non fèmpre fànano le infirmità gli applicati rimedij$anzi tal’hora in vece di falute cagionano mali peggiori. Vicino à Gambata inauue-dutamente inciamparono in Azzolino, che giraua, rintracciandoli £> prej0 da anch’egli, e impegnatali, non più trouarono fcampo, nè ritirata. Su- JLizpiim . periore colui di molto gli aliali 5 poco interuallo concelfe loro à interamente disfarli 5 & il Legato,& altri molti de’ più llimati tra’ Guelfi,viui nelle mani gli caderono. Eleuò al felice fuccelTo il Barbaro vittoriofò B).e/cjn ^ più inferocito lo fpiritoj Moltiplicò neglmcendijj Brefcia impaurita gli arrende al s ìnchinòjMa quella,che gli parue felicità,fù l’hora mifurataco’giri deji’ »mcJtore ■ fiumane vicende à fìioi precipiti). Alzatoli Azzolino tropp’alto, già di~ icender douea. Infignoritofi di Brefcia, fi fè cieco aH’eccelÌiuo Jume in dilcei nere,che à raccoglier pietà, conuien lèminarla, e che non manda- ; , la il tei reno da Ipini pungenti. In vece d’auner tirai, diueriamente ope - 'cnniift*