171 MCCCCCIH, OTTOBRE. 172 provisione e le nomina, ut in litteris. Conclude si parte, et farà levar a li castelli prediti San Marco. Essi rettori li hanno protestato non fazino etc. A dì 15 octubrio, domenega. In Colegio. Vene domino Francesco Fax uni dolor, avochato, qual insieme con domino Venerio di Faenza fonno avo-chali fischali, e hanno ducati 100 per uno. Or questo disse havea inteso di alcuni danari re-meteva il ducha Valentino qui per lettere di cambio, più di ducati 12 milia ; et fo terminalo meter le man su le lettere; scrito a sier Francesco Marcel- lo podestà a Chioza retegni certi chavalari ; ma non si potè, perché erano zà passati. Vene domino Zuan di l’Aquila doctor, leze l’ordinaria in medecina a Padoa, et di fama excellentissi-mo, et molto vecliio, dicendo non poter più lezer, e però el pregava, quando el non potesse lezer, la Signoria fusse contenta che domino Marco Bernardin Spiron padoano, ch’era presente lector etiam in medicina, potesse lezer in loco suo ; et cussi il Colegio disse si faria, et si meteria la parte in Pregadi. Etiam maislro llironimo da la Torre di Verona, el il rector di artisti, per certa lectura inanellava in P ordinaria di philosophia in locho di maislro Onofrio noviter defuncto, però si provedesse ; et uno scolaro, per 1’ università, aricordò uno di doy, o il Fraeanzano vicentino, che alias lexe et è a Roma col cardinal Corner, o il Sixa è a Napoli, quali tutti do veriano volentieri ; et che maislro Honofrio havia di salario ducati 170. E li fo ditto intendesseno il voler di scolari, e se informiriano. Veneno sier Polo Conlarini qu. sier Tomaxo, e Nicolò Flato di Candia capi di creditori dii banco di Lipomani, con alcuni creditori, ma pochi, a do- * lersi di certa parte si voleva meter in tavor di Li-pomani, dicendo havea robato li danari, e li cargono assai, era solo sier llironimo Lipomano presente, dicendo sier Polo Capello suo cugnato era slà causa e altri loro parenti etc., pur speravano in la justicia di questa terra. Li rispose ditto sier llironimo Lipomano presente, e fè gran compassion a tutti, dicendo volea dar il tutto pur li restasse la vita c un (iodio da viver; ma li fosse dà zudexi quali tajaseno si li parerà le vendede fate per li capi predili a loro danno, il monte nuovo venduto a ducati 50 p. 100, li danari «li sai, le zoje etc., eh’ è stato la loro mina. E fono letto do aricordi ; uno di sier Nicolò Zorzi, l’altro di sier Andrea Foscarini, fono capi di creditori. Poi parlò sier Baptista Morexini savio a terra ferma, qual con sier Stefano Contarmi e sier Crislo-fal Moro lo electi per il Colegio ad aldir (al cosse, e se li Lipomani haveano robalo, in loco di procuratori etc. Poi parlò sier Lorenzo Capello qu. sier Bernardo per li danari à comprato al sai ; et sier Lucha Vendramin per. il capello di zoie comprò, qual poi à speso assa’ danari et venduto ad altri etc., dicendo saria confonder si se ritornasse tal vendede. Poi mandati fuora, parlò sier Antonio Trun e sier Alvixe da Molin savj dii Consejo ; demurn sier Marco Sanudo consier, qual concluse era benfato a darli zudexi, ma non tajar le vendede etc. Da poi disnar fo gran Consejo, e fu posto per li consieri la parte presa in Pregadi di dar l’ofìcio dii soldo di I’orestier a Marco fiol di maislro Zorzi. Spavento proto di procuratori, qual conza la chiesia di Sari Marco al presente, et ha c'onzato il colmo dii gran Consejo era marzo etc. Ave 16 non sincere, 300 di no, 501 di si, e fo stridà presa ; ma sier Zuan Benedeto l’orbo, andò a la Signoria a dir non era presa e voleva li tre quarti, et poi andò a l’Avoga-ria, e (a) sier Vicenzo Dandolo avogadnr che la intromesse ; tamen nulla fece, et el ditto suo fiol ave l’oficio in Pregadi a di 4 ditto. Ave 119, 40, 1. El el Colegio di savj se reduseno a consultar di scriver a Roma, zercha le cosse di Cremona di quel vescoado. Item, di le cosse di Romagna, alcuni voleva scriver che il ducha di Urbin non fazesse levar San Marco, altri de indusiar. A dì 16 octubrio. In Colegio. Vene el vescovo di Thioli legato dii papa defuncto, dicendo aspetava di dì in dì haver la sua licenlia di repatriar. Item, havia auto lettere di reverendissimi cardinali ; primo dii Cardinal di Cosenza per l’abatia di San Spirito di Ravena, pregava la Signoria li desse il possesso. Item, dii Cardinal San Clemente per li frali carmelitani eie. ; 3.° che ’l Cardinal rezinense ito a Roma, che io in Hongaria, li commesse pregasse la Signoria, di la qual va ben edifichato, che havendo uno suo nepote che leze a Padoa l’instiluta zà do anni, voria li fusse creSsuto salario per ftonor suo. Et il principe a tutto li rispose, et nulla fo exaudito. Vene 1’ orator di Ferara per certi cavali venduti a l’Alviano per il signor Sigismondo. Voria li danari. Risposto si saria con li commessi; e cussi fu adalato in parte a tal richiesta. 84 Vene sier Francesco Venier venuto capitanio di Ravena. Referì breve et piano, primo di la forteza over rocha, bisognava basar 4 torre e far certe mu-ragie etc. Item, di la citadela, dove è 110 provisionali con do contestabili albanesi, aricorda si fazi uno zentilonio aria lire 110 di capisoldo, e ogni pocho di la camera li basteria.