LIBRO SETTIMO. i45- Sannuto* eNegroponte áRabano dalle Carceri Veronefè* il tutto fattoi! col parer vniforme de’Quindici predetti* e con 1 obbligo di douer con le perfone, e con le forze difendere, fecondo i bifogni, gli acquifli. Cosìfùdiuiiòtra PrencipiLatini l’impero Greco. Grande* acquiflo in vero, e più grande ancora per la gran pietà, che meritollo, e per la gran barbarie, che sforzatamente ve PattrafTe 5 Troppo à Dio, alla natura, & al mondo odioiò, che da vn’empio eftraneo, qual fù, Mirtillo, ilrozzatol’Imperatorlnnocente iùperilite del fangueReale , reilaflè iòura il capo di colui la Corona di tal maniera infanguinata, e tradita. Ripartite, che furono quelle glorie, nonparuero al Dogo Dandolo ancor badanti al ilio merito. Giaceua, fi può dir nel mezzo à gli (lati della toccata portione Veneta, il Regno diCandia» donato gràdalGiouine Aleííio ¿Bonifacio, Marchefe di Monferrato per la. cagione già eipreifa. Col ilio zelante ingegno eleuoffi à ponderar tra iè iteiTo lemoleitie, che trà due Prencipi di Dominio tanto vicino, eTt,failDo_ interficato infierne, poteuan quafi che ineuitabili inforgere ben ipeifo. gc d'-vnìr Da quello iòlo gelofo penfiero, pafsò più innanti. Si pofè à meditarli Regio decoro, che s’haurebbe aggiunto alla ília República, fempro, ‘ che riufcito gli ioiTe di fermarle VaiTallo così nobil Regno * Antemurale porgli flati di qua 5 mezzo per tener’attaccata la communicationo con quei di là, e fcala profittcuole a * progreffi, che fliol produrre il tempo , e le preparate occafioni. Era vfcito in quello mentre di Coflanti-nopoli con gli altri Prencipi anco il Marchefe > per ridurre al nuouo Impero molti luoghi della Thracia obbedienti. Colie il Doge quel tempo di eiTer iòlo con l’imperatore in Città* Glie ne parlò nelle frequenti Ne parl^ riduttioni, c’haueano infierne, à flabilir le linee degli aifegnati confi- *1 r rimpc. ni* eBalduino beninteiò a’primi tocchi il penfiero* econfeifatala. uttorc' ragione, e il bifogno , s’applicò immediate à iludiar’vn aggiuilato compenfò, che contentaííe, e quietaífe ognvno nel pacifico godimento del ilio. Palleggiò con l’intelletto foura molti ripieghi. Conofcea, che vn Regno di più alla República, non eccedeuadi gran lunga il merito da lei acquiilato con tant’oro, e tanto iàngue profufo in beneficio, e gloria commune. Vedea difficile, che il Marcheiè diMonferrato vo-?«#«• di lentieri iè ne fpogliafTe. Volle alla fine, più toilo, che non procurarlo, Bdfrd¿p°J‘_ diminuirà iemedefimo la grandezza* riiòliè à cambio del Regno di fado i