6^6 DE’ FATTI VENETI. fett ione,per voler la República inperpetuitr auag^li ^ Chefi de gnaffe finalmente dac confent ir lo laS antitàfua, mentre ^ìà vnite con queft’ armi le fue, non pote a variare ogni acquifio dalla fua r merita fodisfat t ione ,e come in altrefilmili oc cafoni, e della jìeffa Ferrara principalmente, hauea ciòcomprobato la Patria . Preièii, tenza difcrepanza neifuna in Senato le lettere, il fperò, che il Pontefi-ce, in teriuenuto,te ne rendeiTe capace. Ma già penetrato nelle vene il male, non v era più. medicina à fanarlo. Pretefe Siilo, che foffè (lato il primo preteilo ilio, come vn dardo, che, teoccato, non hà più Mpiacabi> rimedio di reuocarfi. In vece di ritrattartene, auuentonne vn’altro mìmica0™' molto più. acuto, e mortale del primo. Fulminò con horrenda fcom-munica Fanime ; aguzzò Farmi temporali tutto à vn tempo; publicóla vnijcc 1 ar- jega # c[je jiaUea g¡a prima concertata, con gli altri Prencipi, & ordinò spinge M- ad Alfoniò di marciar fubito con due mila foldati veriò Ferrara, tra i S.à Fer~ 9uah v erano ancora di quegli íleílí Turchi, fuggiti dalle mani delibarmi Venete nel flagello, che diero n’eiTe alle Aragonefi vicino à Roma.. Giunto, e coparlo quel Duca in viila delFaifediata Città, procurò d'in-troduruiiì, e doppo alcun giorno, e dopo alcuna fcaramuccia, ne ot-chcv entra tenne l’intento; v’entrò con tuttala gente del feguito, efoccorfa la^ he¡JepTofi¡ in abbondanza, vfcì poi, & ando à Mantoua, e d’indi à Milano -à Milano. Quiui abboccatoi! con Lodouico Sforza, fomento piincipaliilimo di nato al con tutc* cIueSh ordimen ti, prefiifero d’accordo Caíale per luogo appunta-uento de' to alfadunanza de’Prencipi, eMiniilri confederati. Moilruoiò fù CconnaUicu Conuento in tutte le membra concorte à formarlo;ma più di tutti i\epubiica. nel Capo della Chiefa, che trasformò Fangelica faccia, e conuei tì Fvni-tabeneuolenzainteparato rancore. Sicompote inbreuevn corpo congiurato di tutta PItalia contra la lòia República, ifoli Genouefi non adherendoui per opera di Gioan Francefco Pafqualigo, che rilie-vi 'grande deaui Ambateiatore in quel tempo ; e fi deliberò, che di tutte Farmi te ejercito à ne formaííe vn’eièrcito ; che doueiTe vicir’in Campo à prima ilagiono g/lne. a" ad ogni eccidio di queili ilati, e Federigo Gonzaga, Marchete di Man-Federigo toua, fenza toccarne l’autorità iourana di Alfoniò, deilinatoui inGe-nSefedì nerale, fi tenne occulto, fino che publicamen te vi fi ico pii con le fuo nantoua. a militie congiunte. Al riparo di vna tanta hoililità prete ragioneuol-etnua l . mente Gouerno di eiaminafil configlio, e di storzar’il potere. Tratto lungi da ogni parte il fodero, più non reilaua, che di girar’il ferro nè altro iludió conueniafi più, che di ben’impugnarlo. Hauea la República, fin quando fi vnì col Pontefice, procurato di condurre àgli ilipendij Renato, Ducadi Lorena, e tanto innanti sera tirato il maneggio , che potea dirli concimilo. Vi efpedìà (ollecitarlo Antonio il Duca i\c- Vinciguerra, vno di queili Segretari)', non fenza qualche timore, che renafJIta-diucnuto nemico il Pontefice, non lì alteraile Renato an-lia per cora da' primi concetti • Egli però incelane la cagione, el’ingiuita, República. ° lllOÍ-1