LIBRO VINTESIMOQVINTO. ?79 terno dell’animo alla pur troppo conoiciuta lor perditione non più cuitabile. Alla fine i nemici tra l’ampiezza di fé medefimi non mai defìftendo, nè mai mancando ; einoftrifèmpre gli fteffi all'incontro, e fempre annichilati da’colpi di fuoco, e di ferro, furon primi àceder quelli alla parte del Borgo, non più fùfficienti di far’argi-ne co’petti trafitti contro à gran torrenti deli armi auuerfàrie.I Turchi cade prima allhora entrati inondarono, e fi fparfero in momenti per ogni par-f^™** te dell’infelice Città, facendola vn mar di fangue, vn deferto di vi-uenti, &vn campo mifèrabiledieflinti. Morironui, con gli altri,il Bondumiero, e’1 Calbo con le fpade alle mani. L’Erizzo, prefò viuo rceìfini, e in vn luogo forte, doue ancor difendeafi, fu fatto da Meemet crudel-mente fegare per mezzo $ Nè pur fatio l’occhio della fu a ferità ne’ fò- ci Happre- li cadaueri, e vedendoli interi dubiofò il barbaro , che intera- fatanti. mente non fofTero eflinti, volle che à tutti vi fi troncaffe il capo 5 Che in alto monte fi rammucchiaffero itefehi recifi dirimpetto al Tempio di San Francefco, & al Patriarcale Palagio, e credè in tal guifa ichernirli. Stol to crudele nello fleifo trionfo, cheifù . Pretefe ludi- Crudeltà di brio vn martirio efpoflo, e pur non fèppe, che vna Catafta d’innocenti fernet. èlofleffo, che dipingerai mondo la gloria del Cielo. Fece pofeia nettar la Città del fracidume de’ corpi, gittandoli al mare ; e in tal guifa-impoffeífoííidi Calcide, e refe afilo di crudeltà quell’albergo di tanti più tofto morti martiri , che viiTuti contaminati . Reftaurolla. Meemet nelle parti fmoife, ed aperte? munilla di gente, eripaifa-to poi nella Beotia con tutto l’efèrcito, di là per lo fteffo fènderò, per cui venne, ritornò trionfante à Coftantinopoli. Così perde à forza d’armi la República di Venetia nel giorno memorabiliffimo 146 9 de* dodici Luglio, dopo vn’infiilente affedio di trentadue, e di auattro generaliífimi aílalti, la grand’lfola di Negroponte ; fé pur’e perdita ciò che, ftrappato violentemente dalle mani, fi perde; fè pure fù perdita, della fòla República vn’antemurale Chrifliano ; ò fe pure potrebbe più toflo dirfi, che più lo perdeffe, chi perder lafciollo,che chi non lo perfè, Jopra lapcr fè non perduto prima tutto il fàngue fino all’vltima goccia. Fù impu- dlla• tato, c vero, il Canale di hauer mancato alfoccorfo. L’efito tragico non potè peròaificurare, fe anco tentato, foffe fòrtito ; fehauef fè potuto impedir’il male ; nè del paggio, che foife auuenuto per au-uentura, quand’anco il Canale fi haueife auanzato per infranger’il Ponte , e fòuuenir le anguftie di Calcide.Trecento vele Turche fùperauano certo di gran lunga lenoflre. Cento, cinquanta mila combattenti poggiatisi! l’Ifòla, poteuan facilmente afsorbir’in vn fiato vn numero eftremamente inferiore. Le congetture, che fono le fole preme/se. à formar 1 argomento, perindouinardegliauuenimentinon auuenu-ti, non poterono allhora, non ponno adefso foura le forze nemiche-conchiuder del certo. Benè più facile à congetturarfi, che iè inoltra- Dddd 2 tofi