LIBRO TERZO. grado Vital Michele, ed altri (oggetti Nobili confpicui ne’rimanenti luoghi> diiperfòne il nome dall’antichità, d’ognimemoriadiftruggi-trice. Aflèdate dal Prencipe Orièolo tutte le prouigioni, (limate proprie à confermar ne’ nuoui íudditi la deuotione, preiè il camino contra iNarentani, iuo (copo principale j e poca fatica durò nel dar’alTopercu il compimento perfetto. Tremaron coloro allo (Irepitodi tantecon-quiile j con l’ordinario coilume de’vili tragittaronfi dalle iniquità in, vn precipitato timore 5 e lèntironiì agghiacciar nelle vene, prima eh affiliti, il tìnguc, già vicino àfpar^ere. Copiofiflfìmo lo fparièr’anco. La mano incrudelita de’noilri nè diè luogo alla pietà, nè quartiere a perfidi. Furono, può dirfi, tutti vccifi, e tècero 1 norride colpe horren-do lo fdegno, òi horrenda la (Irage. Dopo eilinte col ferro le vite, fi atterrarono le Caflella, le mura fi conuertirono in polue ; s’incendiò per ogni parte il Paeie, e non fu dato fine alle infuriate deuailationi, (è prima non fi vide deiòlato il tutto: e deiòlato à (ègno, non Colo di nonriiòrgerpiùjmanèmenodiveiligie, ò d’impreifìone reflataui di rimembranza, e nome alcuno di queiriniqua, ed infeila Natione. Ritornato il Doge alla Parria abbellito datanti trofei, efTer dourebbe la> penna celebre per ben celebrarne la gloria, le benedittioni, el contento . Supplifca alla fcarfèzza del dire if rifleíío alle grandezze di tanti fatti j e baili à raccogliere 5 Che in tal guifa principiò à dominar la República oltre a’recinti marittimi della propria Città. Chcfii quello il primo Impero di acquiilateProuincie all’Adriatico d’intorno. Che^ ÌìaiTiiniè con eflò il titolo di Prencipe di Dalmatia all'lniègne dei Regio Diadema. Che il tutto, non con armi violenti ,• ma con la volon- confermato tà de’popoli, e con la pace de’Prencipi, che v eran (òurani, ficonfè- u dominio guì 5 &in vi timo, che il confermaron pofeia, Bafiliolmperatordell’ r^JcVò-Oriente con priuilcgimolt’ampli,confignati àgliAmbaiciatori man- ricmc. datigli 5 & Ottone Terzo deirOccidente, venuto àhonorar perfonal- 0ttonc tcr mente Venetia,con l’infègna imperante del panno d’oro, clic al Do- ^0 dcll’Oc-ge lafciò j che ancor fi conierua, e conferueraffi in perpetuo. ‘linc'udo. Dopo qualche tempo, battuta la Città dapeflilenza, e da fame 5 na il panno trauagli, che parue à Dio di piouere, perdar’alla República apnreifo doro‘ gli altri anco il merito della patienza, pafsò il Doge Pietro Orfeolo à gode ri n Cielo il merito acquiilatofi in terra. L’acclamatione vni-ueriile rauuiuollonellafucceifione d’Ottone Orièolo ilio figlio,(òtto¡toloDoge, à cui fi conuenne dar di mano di ntiouo alTarmi, portatone l’impul- io i Popoli d’Adria, potenti in quel tempo, e che con failo infoiente fonto. ípeíTo perturbauan quei di Lo redo, &i Veneti confini. Ottone, ve-roherede del valor del Padre, e dclPAuo, vi volò a’ primi aui/ì con iooy neruo equivalente d’armata ,• & incontrati i nemici vicino i Lore- Batte(¡ue¡ doj sbigottirli alla vifla5 gli ruppe, edifTìpò con poca refiftenza^, d'Mria. e con gran (angue$ e punì l’ardir di coloroentro allo freno d’vna; G 2 pro-