LIBRO TRENTESIMOSECONDO. 801 di Camerino, e gli rubò la Città non folo : ma capitatogli nelle mani ilPrencipe,' e due figli lèco, felli empiamente morire ilrozzati. Non di Cameri-più ficuro alcuno da’ lùoi artigli rapaci, e già meditando d’inuader’an- n°yà co à Gioanni Bentiuoglio Bologna,cominciarono gli fteifi amicimolto %*r n Tre-à dubitamele fpecialmente Vitellozzo, gli Orfini,e gli altri di quella fat- &lfi-tione ,benche iùoiibldati, e con Tarmi alla mano per lui. Auuenne.per Timor diluì maggior fomite ancora, cheabborrendolo, iòurad’ogn’altro,le ter-aJ“°c”cgl' re d’Vrbino,alTaifinate già col loro Duca,prendeiTero la congiuntura di fua partenza per Genoua.Prima fù à ribellarfigli laFortezzadi S.Leo,-poi tutte Taltrc, chiamando da Venetia Tannato Signore , che andatoui incontinente perla itrada di Sinigaglia,racquiilòin pochi giorni,eccetto, il Duca di che le Città, tutto il perduto Dominio. Infegnò però quello caiò maggiormente à predetti di penlàr tantoilo à filuarfi, e adunatili nel minio,eccet Perugino il Cardinale, e Paolo fratelli Orfini, Gioanni Bentiuoglio, e molti altri apprello, e ponderate infiemele loro imminenti Icia- congnffo gure continuando à tener mano alla grandezza del Borgia, deliberaro- d^Launc5-nodivnirficol Duca IteiTo d’Vrbinoa’diluidanni,* calcolarono trà tra il Borami di poter pone in Campagna vn’efercitodinoue mila fanti, ^-'g^ioroC(Cìt. ièttento Caualli, erilòlfero, ripartendoli, che il Bentiuoglio andaf cito,&*p-ièà inuadereil diftretto dimoia 5 e gli altri s’incaminaltero verfo funtamitt' Arimini, everlòPefaro. Malaraccolta, e’1 muouimento di Cantarmi non fi potè conièruar’in filentio. Giunte alle orecchie del Papa, e del figlio. Souraprefi, fi riuolfero immediate al rimedio, e per meglio adatarlo al bilogno, & à fe Iteffi icelfero llnganno,e mentre i Collegati fi armauano , introdulTero trattati di aggiuftamento , le. non per fermare del tutto, per lòfpendere almeno le hoftilità. Non era sì facile àcreder loro. Giàifperimentati infedeli in pace, come poteano prometterli fedeli in guerra, per condurre quei milèri à darli di nuouo lor nelle mani? Ad ogni modo vi preftaron l’orecchio, nèfiauidero, chele trattate conditioni follerò principalmente di- g. lafcìan0 rizzate àftrafcinarli in rete, & allVltimo fine. Il Borgia negotiando inganni non cellaua di armarfi,CoIoria l’armamento à cagione di racquietar lo ftatod’Vrbino, dicea, rapitoglij di ricuperar Camerino, chelòl-efo.°' leuatofi anch’egli trà quelle ftelle torbidezze, s’eradato ad vn terzo figlio rimalìo fuperilite degl’infelici ilrozzati ,• Nelfuno in fomma vi fù trà tanti, che trà tanti inganni penfaife all’inganno5 filafciaroiL. tutti ingannare,e ritornarono ancora, e à credergli, e à depofitar-figliliberi nelle mani. Tale moftruolàrifolutionede’Collegati prillò il Duca d’Vrbinod’ogni concepita fperanza* e dilanimolfi cotan-to, che vn altra volta Iaiciò il Dominio, riuenne à Venetia à là/uarfi, d~ e fece ancor il Giouine Signore di Camerino Io Hello. CiòilBor- nuouo à Ve-già ottenuto, pafsò incontinente à rimpoiTelTatfi di amendue quegli *4™Vci%Ì itati? e Vitellozzo, gli Orfini, e eli altri al lùo comando fedeli , cmerm». Imi anda-