LIBRO DVODECIMO to auanzoflì, che da vna fquadra Genouefe fopragaiunto, fu fatto pri-c-'u'“ T\ 1 r * 1 ‘ • ,, r ivr j 11 Veneta pre gione. Da ciò colie il nemico 1 occafion d intendere dello itato, an- fa da' Gc- damenti, e penfieri de’ noftri, ed intefili, così viuamente ne ap preio, nouefl• che terminò di torfi dall’Arcipelago, e inoltrarli di iopra, vicino à Pera. vMmata Saputo da’Veneti Generali, e il moleiìo accidente del Moro, e il nemi-co inuolatofi, troncarono incontinente gl’indugi, & vicirono, e tira- 0 ronoveriòfEgeo. Maben’allhoraficomprobbò, che poco, ò nulla-può far’il valore, quand’è impedito. Quella fortuna, che nell’altro primo incontro co’l procelloiò infortunio impedigliele, fù à replicarglie- moua bora ne vn’altro, fe non fimile nel diifipamento de’ legni, noiofo almeno in icJrr^ltfpe vn lungo trauaglio de’ venti contrarij 5 e tanto grande portò loro Fin- neta, e ay. commodo, che sforzolli, per non mancar di viueri in lontano, e nemi-co paeie, doue haueano à indirizzarli, di retrocederli camino, e pai- candu à far’à prouederiène in Candia. Sodisfatto in Regno con largo modo à vn requifito, non iòlo in guerra, ma domito anco in pace, reftituiron- ii T Armate al loro primo viaggio per FArcipelago $ pafsarono lo ftretto, e comparfe à Coftantinopoli nel Mar di Marmora invitta, là Catecuzeno Imperatore aggiunteuile proprie Galee, che già teneua alleftite, ièttantacinque trouaronfi congiunte in vn corpo. Molto inferiori ^¡¡CJJ„0 quelle di Genoua dentro conteneuaniì al Canal di Pera ; e Pagan Doria, p0u con u più faggio fatto ancora dall’euidente iùantaggio,prohibendo ioura tut- Greea' to il tramili fuori, configliaua tri fc mede fimo 5 Che non potendo in-quel Porto tutte tré le nottre Armate capire, nè meno tutte combattere trà quell’angufto tramite in vn tempo fteisoj O che non vi farebbero CeneriliCe. andate $ ò iè andate,egli hauerebbe potuto, benche inferiore, reipettiua- tioueferi/oi mente vguagliaruifì, refitter’, ed arrifchiar di vincer’ancora. A Colle- Jf »dfZ-gati all’incontro non permettea la confidenza delle forze tanto iùperio- guflo canal ri così minuti rifletti. Ildefideriod’azziiffaruifi, conteio fin’allhora_ citTcra' da’ cafi auuerfi, era immeniò j nè hauendo luogo le difficoltà negli animi accefi, rifolièro, iènz’altro penfiero, di lanciarli per ogni modo dentro il Canale al cercato cimento. Era il Sole nel principio della pu- Vi gna declinato verio POccidente d’aifai 5 non però tanto, che non feruif fe la luce in additar per due hore alle infiammate paflìoni de’ combattenti , oue meglio, e più crudelmente vibrar’i colpi, e trafiggere. Non fù la battaglia attaccata, che principiarono à temer dalla pratica i noftri, ciò, che, fpinti da vniolo affètto d’affrontarfi alnemico, nulla dianzi meditato haueano. Adito, nè luogo trouarono, per doue entrar po- Et «cdden. tetterò, meno per la metà, non che per tutto il lor corpo, le Armato.u ucce^ ' I rimatti addietro, & eiclufi dalFingreflo, più fremeano degli entrati, che già pugnauano, e che intenti tutti à ferire, & vccidere, le ferite, e le vccifioni nulla fentiuano. Quefto atroce contratto lungamente durò , prima, che fi potette, per minuta otteruatione comprendere, qua] vna delle parti non folo vincette : ma fotte nè meno in atto di vincerò 5 1attaccano