6i4 DE’ FATTI VENETI. e sber [odi perturb at oD omintoj D ignit àvilipefà, Non così l'inte~ fero i noflri Maggiori} non dobbiamo int enderlo noi co" Loro e [empi. Conferuiamo il decoro, lo Stato ,la libertà,pr et tofifsimi Capitali, che ci han lafciati^Manteniam l’acquijìato $e fe la gloria degli antichi è vn lume,che manifefta i difcendenti, non l’ofeuriamo $fìa no-u de,lnrafiro debito lofpecchiarmjidetro. Vdicele difpute;vinfelanecessità,no “ vm'*' il genio,Topinion del Senato alla guerra; ecerro che di tutto contento fuggita Thauria, le alcun’angolo vi folfe (lato ; e fe per rimuouer’Ercole da’trilli péfieri,e peisimi fatti,fi hauelfe potuto tetar dipiù,-Ma violétato horamai, per fùggir’vna pace ignominiofa, ad vna guerra giuftifìcata, fi aPP^cò (ùbito a'duplicati armameti in mar’,e in terra.Già elfendo fuori l’ordinario corpo nauale, da Vittor Soranzo diretto, fù egli comadato à douer (correr le riuiere diCalabria,e Puglia,per obligar Ferdinado,& Al-foniò il figlio lungi da’noltrij&allagnardia de’lor propri] itati; e decre-tolfene vn’altro qui,per ifpingerlo in Pò cótra Ferrara, e’1 paefe nimico ; deftinatoui Damiano Moro Proueditore. In terra poi fi procurò vn’e-fercito,per grandezza di numero, e feeltezza di gente di non minor ap-nfdw Ter Pren^lone adErcole,e tato à forza di foldo,e di fpótaneo volere di quelli chi.ue r Cl ¡ridditi,naturalmente auuerfià Ferrara,aumentoili, che in due fi diuife > SS-o gc ^vno dato a reggere à Ruberto San Seuerino, per entrare nel Ferrarele> ticr.it' iru l’altro à Ruberto Malateila,per la Romagna. Ercole dall’altra parte no Ruberto* Pau®taua di ciò,che hauca già voluto. Tiratoli da (e IteiTo il colpo adoP ktefta nu lò,s’era già preparato à riceuer!o,& alleggeriuagli il timore la confiden-cwiii”* ’za ne^ Sllocero Aragone(è,nel Genero Sforza, e in qualch altro Prècipe, tirelle! che pur nudriualo ¡òtto mano di buone fperanze. Egli poi più che più confidaua nel proprio valore, nell’elperieza profonda guerriera, e nella cognitione perfetta de’fiumijaghi,paludi,e liti,che,quafi ineipugnabili, gl’interfecauano per ogni parte il Paefe. Fù il primo muouimento Veneto di qua dal Pò. Il Sanfeuerino, come fi diiTe, guidaua l’efercito in numero di venti mila, e (èco v’era in carica di Proueditore, Antonio