LIBRO VINTESIMOQVINTO. ficura quella pouera gente. Proièguì l’Armata poi à prender’, &àfàcr . cheggiar alcun'altre Terre della Caria medefima, douegiàforgeata curfmln’ei. Regia Città di AlicarnaiTo, il Mauibleo di Artemiiìa al Marito, e doue u cma. Cleopatra prigioniera, imprigionò d’amore Marc Antonio trionfante. Allargato il Mocenigo di là, vi comparuero {blamente in quei squadradei giorni le Galee della Chieìa, e tutti dirizzarono à Samo. A più di ot- arn' tantacinque non traicendeua il numero di tutte infieme;dieci del Papa, diciaiètte del Rè Ferdinando ; due mandate da’Caualieri di Rhodi, e cinquanta ici di Venetia, quafi diminuiteli quefle per metà, frutti fo-liti ai guerre atroci. Propoiè il Mocenigo, e’, fi abbracciò il Coniglio, di combatter Settelia, già detta Attalia, dal Rè Attalo fabricatore, Città di Panfilia la più (limata di tutte l’altre dell’Afia marittime,- po-poleggiata da mercatanti, ed arricchita da negotij della Soria, e dell’ Egitto. Circondauala il Porto ne’fianchi,- molte fortifiime Torri lo difendeuano, e più catene otturauanui, quafi che ineipugnabilmente, la bocca. Salpò il Mocenigo da Samo ,• Giunto à Calidonia fermouui-fi il giorno,- Sù l’imbrunir della notte vi fi tolfe, eia mattina ièguente, iw. circa la terz’hora del Sole, fi trouòin faccia di Settelia. Difpoiè in tal guiiàgli ordini. Commiie à Vittor Soranzo Proueditore, che douciTe portarli contro al Porto con dieci Galee 5 alMalipiero, che, (montata sù i lidi gran parte della gente, s’incaminaiTe ad affaJir la Città nella parte all’indietro terreilre ; e per terzo, chemoIt’altraSoldateica correiTead occuparli Monte contiguo. Non potè la fortuna fauorirmeglio ta concertata virtù nell’empito primo, e in terra, e in mare. Furono in terra sbarcate le militie di vn tratto, che iènza oilacolo andarono à eftenderfi dietro alla Città, cfourail Monte 5 e in mare la Galea del Soranzo, dato all’altre l’efèmpio, e fprezzato vn foltiflimo nembo di offeièoppoile, infranfe la catena alla bocca; vi entrò (èguitata da, tutte l’altre, dando il Mocenigo dirimpetto co’l refto dell’Armataà incalorirle; vi eipugnaron le Torridi occuparon’i Borghi,e tutti gli Edi- Torri. ficij alle muraglie vicini;& i Paeiàni,&i Mercatanti,che dimorauano in quegli eipoiti luoghi, (àluatifi dentro in Città, e lafciataui libera vn’ ampia preda di Pepe, Garofani, & altro, i noftri portarono il tutto alle Galee, dopo incendiatiui i tetti. Quando poi per falir’i muri vi appoggiaron le (cale , ritrouaronle all’altezza corte, nè fàpendo fo- ndJf‘Julc ura il fatto,che meglioriioluere, fi pofero à batterui giù delle pietre “dei per abbacarli, ma v’incontraróno l’opere molto dure, e molto mare. conte fe. Deludeua l’incamiciatura affai grofla i colpi, eie (coffe. I fam, i fuochi lanciati infiniti tormentauano dall’alto non poco; Rimaneaui eftinto gran numero, etra gli altri toccò reiterili al Capitano di Rhodi nel tentatiuo di atterrar’vnaPorta. Si auuide ^¡torna [ajì all vltimo da perniciofi eiperimenti il Soranzo, che il più dimorami gente aiic^ macchiaua troppo di fangue la perfiftentc virtù, così che fi rifolfe di Eeee abban-