657 mccccciv, porche volea KM) stara ili forniento e vin. E quelli di la terra, voi do cosse : primo li obstasi che più non trarà a la terra, et clic la darà a la Chiesia; e il castelan non ha voluto, e però traze a la terra. E di questo, cesellali ha spazà a Roma per aver ordine di pgter spianar ditta rocha. Et che ogi 50 fanti ussite fuori di rocha per esser a le man sula piaza, e quelli di la terra fono in arme e per 3 volte veneno fino a la piaza, ma non veneno avanti per caxon di l’artilarie. Pur fono morti da ditte artilarie zer-clia sei, tra li qual uno domino Cesare dotor, fiol di maistro Domenego orexe, che havia soto lui 25 cavali, et uno Paulo fiol di maistro Thomaso Scadella, zentil zovene. Item, ogi il consejo si ha reduto per far 300 fanti ; e che l’arziepiscopo di Ragusi venuto ivi governador per il papa, non ha voluto intrar, ma è restato a Bertonoro ; et che ditto caporal parlò a uno Moratino di Forlì, li disse il signor Antonio Maria haver auto Forlimpuovolo' per ducati 800 dati a quel castelan et che ogi a hore 14 è intrato dentro. Item, che è passato per Zervia uno Piero Zuane da Forlì va a Ferara. Non si sa la causa,, ma che havia uno l'radelo nominato Berto di Berti col ducha Valentino, et era suo thesorier in Romagna. Item, voria lì a Zervia cavalari, perchè la comunità è povera. Avisa la rocha di Cesena esser ben fornita con 150 14 fanti. Da Spalato, di sier Hironimo Bernardo conte e capitanio, di 28 novembrio. Come fè festa per la creation di papa Julio, e più dii solito per esser suo servitor. Item, ricevete nostre zercha il precieder dii vescovo ; exequirà ; ma feno pace, e farà registrar la lettera. Item, per uno servidor nostro, zoè il conte di Slìgna, à nova Schender bassà con quel sanzaeho e il vayvoda dii Ponte andavano a la Porla, e vien ditto il Signor manda uno altro bassà in Bosina, et è ben perchè questo è attivo. Item, li nobeli e patrimoniali di Poliza conduseno per loro conte missier Agustin Maricieh, qual ivi zà anni 15 non è slà niun ; et à conzato sì ben le cosse e tutte loro diferentie, adeo di soi atti niun vien a la appel-lation li a Spalato a lui conte ; e fè far lì in Poliza una crida, njun facesse danno a: turchi ; et eravi a caso tre turchi che udite la ditta proclama. Etiam vi era il conte Xarco nostro, qual si portò benissimo etc. Da poi disnar fo Consejo di X con zonta di Colegio, e vi stete fin hore 3 di note, e scrisseno a Roma, etiam credo in la materia dii castelan di Forlì. El in quesla sera, li cai di 40 e nui a li ordeni e alcuni secretarj cenassemo a caxa di Gasparo di la Vedoa. gennajo. . 658 A dì 5 zencr. hi Colegio. Veneno li proveditori sora la sanità, el feno balotar ducali 500 di danari dii sai per pagar li slipendiarj vi sono ivi. Vene l’orator di Ferara, pur per la materia di cavali, e fo balotà il mandato di la compagnia di 1’ Alviano, con la retenlion di ditti danari fin el signor Bortolo li mandi di qui. Veneno Ire oratori di Tusignano con lettere dii proveditor di Faenza, di sier Alvixe Venier loro proveditor, e di homeni e consejo di Tusignan, date a dì 26 dezembrio. Lo nome sono Zuan de Mathio, Bortolo de Borello e Zuan Antonio de Gaspara, quali presentono li soi capitoli, volendo la confirma-* tione; e fono commessi a li savj. Noto: è castelan ivi sier Zuan Corner, qu. sier .... Vene lo episcopo Dolze, éxalor di le decime papali, solicitato per tal exation; parlò al principe etc. Vene sier Andrea Griti, con molti merchadanti da Constantinopoli, a dimandar li soi danari etc. Fono remessi a li savj dii Colegio a udirli et expe-dirli. Veneno tre novi oratori brexani, con lettere di credenza di sier Andrea Loredan podestà, e di la comunità, soto scripta Comuhitas et Consiìinm Brixice. Li nomi loro sono : domino Lodovico da 314* Martinengo nobel veneto, domino Gasparo de Pe-lecatis doctor, et domino Jacomo Feroldo doctor. E il Martinengo parlò, dicendo esser venuti per lo atto fè Zuan Francesco di Gambara al podestà in strada, e narò il caso; però quella comunità li ha mandali pregando sia punito etc., cargandolo assai. Poi domino Gasparo azonse che l’era lì, e vele il tulio; che ’l disse: « Andrea Loredan son da meglio de li etc. » e fè lezer la commission loro, qual ave una balota di no; sichè concludendo, voleno minar que-.sla caxa di Gambara, acusandoli de infìdelilà eie. Or sier Marco Sanudo consier volse mitigarli, e ’l principe si apizò, e voleva omnino commeter Ini cossa al Consejo di X. Or per poterla meglio disputar, alenlo sier Marco Sanudo volea parlar, fo mandà lutti fuo-ra; restò li capi di X, e qui partono assai, adeo non fo commessa, ma rimessa a disputarla nel Consejo di X, e il doxe lo fè chiamar per ogi; ma nulla fu. Di Eiemagna, di V orator nostro, di 2i. Come ricevete nostre di 10 et 13 con la risposta fata al Tioli ; exequirà col re, e fin do dì anderà a trovarlo. Item, di le cosse di Baviera, li populi voi il ducha Alberto; ma li zentilhomeni e castelani tien dal Palatino ; sichè verano a le arme, e una parte e l’altra si preparano a la guera, licet si trali acordo. Et manda una lettera abula in tal materia di uno.