i6z DE’ FATTI VENETI. {limolo di particolar’intereffe. Le promiiè, viaggiando, di far alto Tromette- nell'Albania 5 sfoderar la prima iìia ipada fotto Durazzo, nè ritrarrò flar mra^- il piè di là, fe non dalle mani di Theodoro, quella Piazzaritolta, e alla, _ República riíbggettata. Adherirono i Senatori al motiuo del Prenci-fompkcÌ. Pe con tLltta prontezza3 pofero infierne vn buon corpo di legni, ed à Golfo lanciato mandaronli à libera difpofitione di lui medeiìmo nella, Puglia. Con queft’Armata ei iciojiè dal Porto di Brindifi 5 e ièco mon-tatoui iopra il Cardinal Giouanni Colonna, che paffaua Legato del Pontefice neirVngheria, tragittollo in Dalmatia, e poi fatta veriò Co-ilantinopoli auanzar FImperatrice ilia moglie, dirizzò nell’Albania-, per mantener’à Venetiani il promeifo. Poieuiappena il piede a terra,, Theodoro cjie T{ieodoro aftàccioffegli incontro con brauo eièrcito, e attaccato- (otto DU- « • *i *i • • i 1 • ra^o Uvin Io virilmente, il ruppe, il le prigione, e tanto ve lo trattenne, che pri-Zì ¡Je ^ ma ’ V^CI di vita, che di miièria. Ora mentre, che il Prencipe sfortu-,.wnc in quelle oicure calamità, dirigè il Gouerno in Coftantino- uherto a l^mpératricemoglie,eièco infierne ilPodeilàVenetiano. Mor-fipj’iojmpe- to, ed elettoui in fucceiTore da’ primati Latini Ruberto ilio figlio5 pur rator'ciet- anch’egli come il Padre effendo in Francia, continuò à ieruir la iua-Trìnci^ lontananza di gran fomento à Theodoro, e a’nemici. Già le conti-co» gra.ru nue diigratie haueano dato gran crollo all’impero, e sia quella Patria-, precluditi0 r • J -’i r • j M r di quell' im ioura cui pareane caduto il pelo maggiore, non pili ne vedeua 1II0-Pero- {legno facile. In flato tale il Podeftà Michele fi preie licenza con l’autorità , che tenca, e con la volontà della fteíía vnita Imperatrice, e de> gli altri principali, d’intauolar negotiati di Tregua , introducendoli concon Theodoro, già eleuatofià gran conditione, e col Rè de’Turchi rèVorforo,enonmen’infeflo, e potente. Si maneggiò l’affare, vi fi fpeiè della-Tuub ÌXi- fatica ? fi conchiufe alla fine, e fi iòipeièro l’armi, con Theodoro per tradotto, cinqu’anni, co’ Turchi per due. £ conchiu- Tràcombuftioni varie, e tante, era già caduta ne1 Prencipi Chri-1216 ftiani in obliuione l’abbandonata Gerulalemme , e la fànta Terra-, Il nembo, che tant’anni auanti hauean eifi preparato per ifcoccarlo, e che riuoltaronlo à Coftantinopoli in foccoriò degl’imperatori traditi, igombroffi allhora da quel Cielo, e lafciollo Tempre dapoi à gl’infedeli _ iereno 5 In Honorio Pontefice deftoifi vno fpirito di fanto zelo, e con ufiarklr- effo ricorfe ad eccitarne Andrea Secondo, Rè d’Vngheria5 Prencipe, re ai d'di gran Religione, e di gran polio per ampiezza di fiato, per natura-di Popoli, e per lunghezza di quiete, in cui egli altretanto pofaua,, codo contra quanto gli altri trauagliauano di lunga mano. Il Cardinal Colonna, Tcardìnal in SHaIità di Nuntio appreffo di lui rifiedeua, n’hebbe l’incarico, Colonna.j, ed eiercitò con sì efficace virtù le parti del fuo miniftero, che, non folo ' Tpcrjmde. ü períuaícàintraprendere 1 affunto pio,- mailmoffe àconduruifi per-fonalmen te. Affai poteua per terra 5 poco, ò nulla per mare quel Prencipe , e volendo andar’in Soria, e tenendo bifogno di neceffarij imbarchi al