4.6 DE’ FATTI VENETI. infoile de' nj{e depredationi, &à slirìfuki di prima contro a’ fudditi colà viandan- Comaccbie- T » 1 -r- v?r/1 • A • n r fi. ti. L altra comilero gl litri, con forma ìngiuriola, e con fprezzo non, tollerabile trà prillate perfone ; non che tra Prencipi. Temerariamente penetrarono di notte tempo in qucfti Canali, e in giorno deitinato ifiii,rattori à fòlennizzai: nella Ghieià di San Pietro di Cartello molte cerimonie^ di Doglie. nllpt jaj j j circondarono d’improuifò il Tempio, e rapirono con facri-lega inuaiione molte di quelle Donzelle, fpogliandole infierne. Proiettato Comacchio di rauuederfi, e lordo dimortratofialleammoni-tioni, fentì ben torto quanto fia peíante jna forza maggiore, fattafi comacchio con difprezzo nemica. Fù da forte armata prefa , e fàccheggiata lènza remiifione la terra, e pentitali, e ilipplice poi, fi raccolte di nuouo per-934. donata nel grembo. Non minor caftigo toccò, iìibito commeflo il delitto, àgllftritemerarij. Nello fteflo viaggio, chegioliui, e gonfi) con la iàcriìega predate n’andauano alle cate loro 5 non peniàrono gli rtolci, ch’v-n’ira improuiia poteiTe riiòluer’, edeteguira momenti ciò, ch’iLconteglio, e l’opera di molto tempo può maturar appena . Li iòrpretero più legni Veneti, d’armi, e di gente validamente muniti, che, tenza dar loro alcun’anfà, òrefpiro, incrudelirono, tagliandoli tñpc^te -tutti à fil di fpada , e ritogliendo dalle lor mani le Vergini, e il furto. ad ejfi rìtoi- Quìnè pur fermò la vendetta 5 poca pretefàfi con la fola morte de’ te-to il tutto. nierari) depredatori. Impugnaronfi Tarmi dal Prencipe contra la Città di Capodirtria. Fù in vigorofà maniera rtrettamenteafTediata, o combattuta, e fi riduffe in breue à conditione sforzata d'arrenderfi, e Ti-cfa ca- ioggettarfi à querta Patria, dipendente, e tributaria ogn’anno di pattui-podijìm. tovaltente. Mancato di vita il Doge Pietro Candiano, v’entrò iùcceP { , fòre Pietro Participatio, figliuolo a Orio, che viife iolamente anni due, 'J ' ' ' tenza inforgere occafione di momento 5 e toccò à Candiano Candiano TtetroTar difeguitarlo nella iòurana Ducea. %c0'rf10 RitornaronoiNarentanià turbar Tacque, e ad infeftar lemirine^ cortiere Adriatiche ne' primi tempi di queft’aífuntione. Trenta Galee cTndiTno ^ mifero a^a ve^a ditutta fletta. Hebbero per Capitani Orfo Participarle. ° tio, e Pietro Orfeolo 5 Et al nome, & alla fama fola di querta moda co-. loro auuiliti, liberarono il mare 5 ritiraronfi al coperto, & humiliatifi à dhiHomìn- iùpplicheuol perdono, fù loro concertò con alcun tributo, abuiàto, e fé'- mal corrifporto però dalla lor villania non molto dapoi. Quietoili appena quello rumore, cheprodigiofi riuolgimenti5 fiifcitatidaPietro Candiano, figlio del Doge, s’vdirono. Lo eleffe per ilio Compagno nel Gouerno líPadre 5 ma degenerando in tutto dalla bontà de’ natali, •pcjfìme at- e traboccato nelle più inique iceleratezze priuate, e publiche, commoP tieni di Tìe fc Tvniueriil del Gouerno à efiliarlo. Egli dalle teditioni Ciuili entro al lio}fi«Uodci recinto di querta Città,fi trafportò lontano à con tender,come ribellerà Dog?. rtefla fùa Patria 5 E venne con tei naui ben’armate ad aflalir’i confini di ìutJdto Chioggia,e Raiienna,ipalleggiato da Guidone figlio dell’Imperator Bere 11-