2t4 DE FATTI VENETI. tanto haueala idi merito appreifo Santa Chieià illuflrata. Signoreggiauano gli Eflenfi Ferrara, da che con Farmi Pontificie^, Venete, e lue fti fcacciato Salinguerra, Luogotenente dell’Impera-tor Federigo Secondo. Inueftitiui, nel modo già detto, fi eran dapoi per fe medefimi dilatati nel dominio di Modena, e d altri luoghi vicini; come fimilmente impoifeifatifi negli fletti tempi iGofizagadi Mantona ; e di Verona, e d'altre principali Città, gli Scaligeri. Azzo d’Efle, fecondo di queilo nome, allhora il Marchefe, morì con alcun inditio di morte violenta ; e fparfafi voce contra Fiefco ilio figlio, eh" Tumultua- egli foiTeilato il Parricida per entrar’al dominio, caddè perciò in di-w'cfi'con- f^ratia del Popolo. Riunitogli di fuggire, ricorfe àVenetia; implo* tv*t Ficjco i ò patrocinio, e per facilitarfene il conièguimento > fi affaticò di per- • iìiadere la iìia innocenza impofturatagli da’ maleuoli periècutori, e vtnttu. più di tutti, da Franceico d’Efle, fratello del Padre defonto, per iùcce-der etto Mai chele. Non è così facile à faperfi la verità, come à feoprirfi gl’intereffi degli huomini. Haueano lecofe adotte contro al Zio del verifimile affai;entrò ne’ Padri il foipetto;crederono alGiouine,& anco figlio di Madre Veneta, più teneramente abbracciatolo, efpedirono segretario a' Ferrateli vn Segretario, perche, giufl ificata loro l’innocenza di Fre-Fcrrara in ^co ’ acquietafle gli animi > e’1 faceife accoglier qual’era. Troppoim-ftw fanón pretti coloro delParricidio imputato, poco, per non dir nulla, alroffi-c'° badarono ; ma perlailima, e per la forza diqueila Patria, etti ha* uendo gran riguardo à negare, eshibirono per termine medio di rice-SuFcnf-tler jnvccediFreico, giàcondennato, edeiclufo, perlorSignorala-refi jog&et- ílefTa República. In celò Freico per fc diiperato il cafo, ed inteià iniìe-%pÉlka. lricJ cshibition Ferrareiè di iòggettariì àVenetia, acconièntiuui aneli Frc/co viac egli, già che, trattane la Tua perfona., douea bramar di veder foura-confciitc. ogn’altro à comandar’in Ferrara, chi teneua il merito d’hauer procu-Renanti,l'atO à fe fleiTo la reilitutione al comando. Fece l’atto di libera, epo-biitati%0 ^lC*ua rinuntia di ogni fua ragione alla República in quella Città; ei Dominio . Ferrarefi, nulla ritirandoli, anzi maggiormente confermando l’eshi-^ to, con patto folenne contentaronfi riceuere in loro Pretore Giouan-dlgiono in ni Soranzo. Tale auuenimento non poteafi aferiuere alla República, r°tr°rc Per c°lpa di fouerchia ambinone, òd’vfurpato Dominio. Scacciano Seraneo. i Ferrarefi l’Eflenfe ; ìnfìflorto i Veneti per la fua remiflione ; Coloro Y;fi°r,!pc. ,a negano affolutamente ; Vogliono prouederfi d’vn nuouo Gouerno. publica per Vi Hanno coni occhio applicato! vicini Prencipi, ipecialmente gli accettar Scaligeri; Mentre la Città per darli ad alcuno, à quella s’offerifeo Ferrai au. voiontar¡aj e inflantemente la prega j Il Pontefice dianzi paíTatocon, tutta la Corte Romana in Auignone, è lontano ; Stringe il tempo à rifoluere; Ogni dimora interpoflafà imminente il pericolo, che perda il Pontefice, che perdano i Veneti la Padronanza di Ferrara; Che cadafoggetta fotto Prencipi nuoui, potenti di flato, e di forze ; attenti ad