4?o DE FATTI VENETI. - sfuggirlo. Cadde prigione in mano de’noftri, e poca perdita , ben-ne. che di libertà fù la Tua, già perduto da fé ileffo lobiigato termine di gratitudine, fé pur nell’ordine della militar proiezione non foiTe lecito il tutto. Le fughe, le prigionie, le atrocità più non hebbero ritegno nel Campo nemicò . Degli eilinti non ne apparì precifo il numero 5 Quello de’ capitati nelle mani fi computò di otto mila5 Vi fi prefo gran parte de’ Caualli, e tutti li Carriaggi 5 e tanto fi eleuò la fama della, vittoria : e tanto graite, e generale , come fù in effetto, rifùonò. la Milaneiè {confitta, che tutti concordarono di conforme opinione * che, fé il Carmignola, iènza perder tempo, auanzauafi con l’efercito. trionfante verio Milano, quell’era certo il fine della Signoria de’Vi-feonti. Mancò quell’huomo grande à non farlo 5 pur fi potè compatir’ anch’egli con l’efempio di tanti Eroi , fimilmente inciampati, dopo infigni vittorie , nella medefima trafeuratezza. Mavn* altro peccato, ìui à poco da lui commeffo, non tanto lafciollo degno Grande in- di remiifione. Fè la notte, di ilio folo capriccio, e fenza punto parti-/eSi/S clParne con gli altri Capi, eRapprefentanti, porre in libertà gli otto Carmigno- mila prigioni, e Carlo Malatefla medefìmo, dando con quefta iècon-còmpatìto daattione-, che dire affai di macchiata fede. Non però quefti Padri in ogni mo- vollero per vnfolo trapaffo adombrartene j donarono il tutto al meri-do% to vincitore 5 ed hauuto Pauuiio dell’efito gloriofo, fi renderono all’onnipotenza Diuina benefattrice profilati ringratiamenti; folennizaron-fi i teilimonij di giubilo 5 e trà gli altri benemeriti, fi trattò il Carmagnola, in vece di cafìigo, con ftima, e con fauore diflinto j gli fi concede in dono il Palagio àSant’Euftachio 5 prima conceduto, epoicia, tolto a’ Malatefla 5 vn Caflello nel Brefciano di cinquecento ducati di rendita, & altri ducati due mila pur’all anno aggiuntigli di prouigio-nc.La fòla voce, che diuulgonne l’ampio trionfo,tolfe ii bifogno di sfo-r derar’altr’armi, per vincer le Fortezze, e le Caflella del Territorio Bre-fortc^e,e iciano. Tutte arrenderonfi fpontaneeallaRepublica, e quella degli BrefciMo1 Orzi Nuoui, che fola fù à dimoflrarfi oflinata, ceffe in pochi giorni al-voiontarie la forza ,ciò, che hauea negato all’arbitrio. Trafitto il Duca da vn tan-f arrendo- to flagejjG a {{gittò à varij partiti per medicarlo in alcuna maniera . Non Eccetto gli era fprezzabile il numero de’ foldati, che, feguitando l’armi, e lafortu-°rV' na de’ Capitani fuggiti, poteron fàlui vfeir fuori, ed efimerfi dalla tagliata degli altri. Gli otto mila prigioni liberati volarono col Malate-ilaà portarli frutto del Carmignola indulgente à Milano. Quella Città concorfe di nuouo à rimetter’huomini, & armi in fuffragio. Il Piccinino , e lo Sforza, con le loro preferuate militie, pur’indagando qualche vantaggio, fecero vn Saccomanno a noftri di notte tempo di alcune viuande. Tentaron’anco di fùperar Pontoglio, fenza effetto, però, e con qualche lor danno. Non del pari tuttauolta militando fuffragi tali alla gran rileuata fconfitta 5 e ciò vedend anco il Duca trà la fua lacerata