LIBRO QVTNTO. pi legaruifi d'vna iìncera alleanza, e ne fece peruenir’al Gouerno i proietti. Parue il partito non ricufabile a’Padri. Amauano la pace, e a’ traffichi mercantili, ed a’publici diritti molto conferiua vna reciproca^ corriipondenza di negotio con le ripe di Puglia, e Sicilia . Vdironper biu/itL ciò cortefemente l’inftanza : e dopo alcuni maneggi ftabiliffil’vniono di quefti duePrencipi,* fi conceifero dell’efentioni molte a’ mercatanti Veneti, e con altre prerogatiue icambieuoli venne il tutto fermato à i iw$ 4 beneficio degli flati, e delle rendite d’ambi, fènza offender punto al-cun’altro. Pel corfò d’anni quattro in circa godè la Republica vn poco di quiete, fe non in quanto fù conturbata dalla morte del Dogo Morofini. Nacque gran torbido fòtto l’eletto fucceffore Vital Miche- M-le, fecondo di quefto nome, à cagione di fòftener con zelo Chriftianot J x il vero Pontefice, Aleffandro Terzo. Da tré fòli Cardinali, che difcor- sa/ma nell' darono contro di lui nel Sacro Conclaue, fu pretefò di promuouerui clet,uSne/ Antipapa, Ottauiano, Cardinale di San Clemente, col nome di Pa- Ter^T. f° pa Vittore. Era Imperator’allhora Federigo Primo, detto BarbarofTa. Gli efpedì Aleffandro vn Legato, perche con la forza di vn Cefare mor-tificaffe la fpuria elettione j fòpiiTe Io fcifma} e confèruaffe alla fua per-fona, &allaChiefàil rifpetto. Federigo rimifè il deciderne alla fua. vicina venuta in Italia, quafi chevifoffeal mondo humana autorità per interpretar nelFelettione del Vicario di Chrifto i decreti Diuini. Non fèntìin alcun modo Aleffandro di fògge ttarfi ad altro giudicio, che à quello di Dio 3 c Ottauiano di pernitiofoiènfò, cogliendone, •all’incontro il vantaggio, andò à fòttometterfi. Di gran/orza l’in-giufta ambi tione, e di gran merito appretto d’efsa chi vi adheriice, fù degno colui per lo dannato trafcorfo, d’effer egli dichiarato da Cefà- Giudicio di re il legittimo Papa, ed Aleffandro per Tinobbedienza deporto altresì. JJSS« Il buon Paftore, che non hauea voluto raffegnarfi al foro,meno aflèntì àfauor dei. alla fèntenza. Fulminò contra lui, e contra l’Antipaparigorofa cenfu- o^ZnT. ra5 ne diè contezza à tutti i Prencipi del Chriftianefimo per difefa fua, e della Santa Sede fconuolta$ ed à quella pia Republica nulla valendo, nè l’interette di Stato, nè altro pericolo graue per rattenerla, apertamente ra per J.-iì dichiarò à fauor d’Aleffandro, anco in onta dell’autorità fteffa Impe- leffandro • riale. Se ne pretefè altamente Federigo fprezzato, edoffèfo,eprote- Federigo ilandone in ogni modo vendetta, fufcitòà muouer l’armi contro di ™oMÌs°- 1 • - ,. 0 . . . ... ir' 1 11 uicini cotra lei tutti gli conuicmi dintorno, per non lafciarlemododa tante par- d'ctfa. ti à difenderfi. Padouani, Veronefi, e Ferrarefi, vnitifi da vn canto, *e affalirono, ed occuparono Capodargine5 e iFurlani dall’altro,guidati,e ferrare(i comandati da Oderico,Patriarca d’Àquileia (la Patria del Friuli allhora ^0efa°"°^ea[ lc§gère)attaccaron Gradojlo prefèro,& Oderico medefimo depredo,e e pre/o Gra fpogliò la Città delle cofè fiere, e pretiofè. Eccitato il Gouerno da tanti muouimenti,affrettòàgran potere vn’efèrcito, &vn’Armata naualej qUHeia. già che per terra, e per mare flringeane fortemen te il bifogno. Quefti M 2 due