DE FATTI VENETI. ra vn Paefie,flatofempre alla Republica la terra dipromifisione da Dio deflinatale. Ma fe da tempi paffàti è dmenuto vn Libico deferto tItalia,produttrice di Mofinnon più veduti, non e guerra.} pace ilfugarli5 e liberta refiituita l’vcciderh. Tàlifierezzefie fojfero nate a tempi de’ noflri Progenitori, non ci haueriano lanciata oc cafone di addur’ adeffo in difputapnmo efempio il preferite di crudeltà contra vrimfeflo Prencipe , che l’vmuerfale della Prouincia, e più che più la nofira Republica, perturba , e diuora. Lodouico Sforza è quello, che perfalire al Solio Milanefe fe à fuo fcalino la vita dell’ innocente tradito Nipote. Che per conferuarfi nel Trono vfurpato , fagrifìcò a fuoi piedi l’Italia. Che chia-mouui ad arderla vn Chrijiianifisimo Re. Che non guardò per fe fleffo, che foffe inuafa Roma, la Chiefia, e’l Pontefice $ E fùpur egli' Ipr incip al, & vnico motore delle ruine di Napoli, e del precipitio de’ Rè dragone fi. Ma che potrei di lui dir di più, quando entrafisi à dir ciò, che hà operato contro di noi ? Torti, offefe, per fecut ioni, dopo di hauerlo redento -, dopo girata à fuo piacimento la guerra di Pi fa $ dopohauerci fattiesborfiar gran denariaCe-fare Mafsimtliano,perche veniffe contra il Rè Carlo in Italia 5 e puf adeffo inuidia più che mai la noflra grandezza 5 più che mai procura di ftruggerla $ nè men contento di auuentarci contro i Prencipi Chrifliani, cerca, inulta, sforza fin Baiazet Ottomano ad inuaderci ,e per più difporuerlo, s’impegna feco difarlo anch’ egli. Ma quand’io m’efiendefisifourai fiuoi pefsimi diportamenti, parrebbe appunto, com'è fiato detto da chi hà parlato innanti di me, che non lamore alla Patria : ma l’odio à cofìui me ne concitaffé . S i attenga pure alpublico bene, e fi ponderi, per intenderlo meglio,lo flatoprefente, e dell’Italia, e della noflra Republica. Tieri egli in agitai ione, non in quiete la Prouincia. Egli per con-feg uir’iltutto combattegelofo 1 penfien, che fogna degl’altri. Ho-ra follecitaquefloSenatocontrai Fiorentim alla difefia diPifià} hora impegnatolo, fivniffe con efsi a oppugnarlo ; hora è in fauore, hora è contrario al Pontefice 5 hora vuol disfatti gli Aragonefi, hora disfattili fe ne pente 5 hora chiama i Frane e fi, boragli abbo-nfice. Varia in fommaovni momento di penfiero, nongià dell’animo, che è fempre fermo, e co fi ante di proditt ione. Che deue farfi diluii la filar lo inqueflo iniquo arbitraggio, perche habbia vn giorno a difporre di noi ? Rie ufar’, e farfi nemica per e ffo tamie iti a offeritaci Francefie.perctiegli poi accettatala, entri in vece no ¡ira a far’ingiùflamente cótroà noi,quelc’hora ricufiamo di far noi pu-fl amente contro di lui? Se vie alcuno, che fperar poffà ne II’ integra fede di Lodouico. Se nefisun crede, che, ricercato dal Rè di Colleganza contra la Republica, gliela neghi per alcun rifipetto con