74<* DE’ FATTI VENETI. v di'telo. c^e maggiormente importò, potè Lodouico medefimo contaminar uico. dinuouoilMarchelè, e farlo rinegar’à quel termine, ch’èdouuto 2w5J2;àtutti>. cdàPrencipi ancora. Ne IcopiilapiodittioncilProueditor travolta iìVofcmnì , andato à Mantoua, per lèco indirizzarli al viaggio* ^Mitim.c trouato^° cangiato , riuolto dalTobligo , mancatore del tutto > u quat m- nc con alcuna vergogna, per coprirli di falfo, d’inucntar'anco. il “cagioni* diiTe, che la Republica non hauendogli ancora deliberato il lone° titolo à diriger Tarmi, & alTincontro il Duca esibitogli quello di Generalilfimo, accompagnato da conditioni molt’ampie, e più deco-roiè delle accordategli da quello Gouerno, s’era già con buona gratin impegnato di accettar quelle, & abbandonarli da quelle. Contcflòlle ( in ciò non bugiardo ) e ne recitò la follanza ; Cn egli folle Capitano Generale in Italia di tutte Tarmi di Milano, Fiorenza, eCelàreo; confedera- Ch’ogn’vno di quei Prencipi slntendelle obligato di vnirfi à lui perla-u^ubii portione toccante di grolle bande, e che tutte le Terre, già Hate del Tam ” ^uo Marcheiàto, & allhora della Republica,gli fi doueiTero ricuperan-nn{a\ e Te- doli, reftituire. E perch’egli hauea già riceuuto qui à Venetia, quando /’ j vifu, à conto de’luoi ftipendij, libre cento doro, ne rellituì al Fofca-iST ’ rini fole Nouanta, e T altre dieci pretelè di haucr’esborfate in tanto paghe a5 lòldati, faldandointalguilàla partita del debito. Dubbiolo io fempre chi mal’opra , che, li com’egli facilmente fi cangia, così LodouicQ pollano cangiarli anco gli altri, lludiò Lodouico d’incatenar più an-Tero,a m cora co-u* ’ Jncatenoilo con Toro;e non hauendone i Fiorentini per la lorportione,e non eflendoui entrato per anco Celare, le non col nome,fi contentò di lòccombereegli folo à tutto, Non può dirli quanto Io ftrano procedere del Marchelealteralfe il Gouerno j ma non più vedutoli rimedio al male,fi pesò al potàbile,e fi pensò fpecialmente à pro-Medìu h ve cacciar*alle militie per qualche maniera il palio nel Fiorentino. Trans-netìa offerì feritoli per ciò à Venetia Pietro de’Medici,venne à proporre vna llrad3 per7i Pfio°- offeritagli pel Contado di Soliano nell’A pennino, che fino a’ confini ventino al- Tolcam ellendeafi, e che, non penfata dagli auuerlàrij, piana,e facile là-u senili vi rebbe riufeita. Non difpiacque al Senato il partito ; allenti al tentatiuo, accon/ente. e ritornato Pietro all’efercito,ed appoggiatali la Códotta à Bartolomeo mrdaui d’Aluiano,gli li augnarono,perche vi andalTe,ottocento fanti,e ducen-Bartoiomeo to,e cinquanta Caualli. Vi andò di notte; trappalsò tacitamente Celè-d'AiKiana. nae Soliano ; giunlè, fatto il giorno, alTAbbadia de’Camaldoli, ftret-sì tira fina tiflima Valle; s'impoffelsòdi quel Monallero in forma di Torre, e à Bibìena. t jrato innanti à Bìbiena, ed occupatoui parimente il Caltello, ne mandò le notitie al Campo, perche già {pianatagli la ftrada, vi fi auanzalse ; Et ¿Toppi, ei prendendo pofeia vn’altro luogo nel Monte, &auuentandofi cotra Poppi,Terra di considerato riguardo. Haueala rinforzata Paolo Vitelli Taglia du al fenrito rumore di feicen to fanti ; onde potè TAluiano ben tagliar-“”t0 fanti ne à pezzi altri ducento, che convnCommilìario, e con denari irt, aggiunta